Parola di Mr. What Women Want
Vi capita mai di vedere, per la strada, un piccolo gesto di affetto tra due persone anziane?
Una coppia che cammina insieme, lenta e insicura nel passo, ma si tiene ancora per mano; il marito che aiuta la moglie a scendere dalla macchina, o le prende di mano il sacchetto della spesa, dopo tanti anni, ancora, insieme?
Ogni tanto mi capita, e quando li vedo non posso non pensare che, nonostante gli acciacchi, il futuro inesorabilmente incerto, la pressione, la cataratta, i pantaloni allacciati quasi sul petto, le pastiglie da prendere mattina e sera, quei due nella vita sono riusciti, sono arrivati, hanno vinto.
Moriranno insieme.
Hanno vinto loro.
13 febbraio 2008, i giornali raccontano la storia di Antonio Campetti, 86 anni. Antonio perde la moglie, Mafalda, di 84 anni, da tempo malata.
Poche ore dopo esce in strada, sembra per non disturbare i vicini, impugna una vecchia pistola e si toglie la vita.
Poche ore dopo. Poche ore dopo.
Nessun clamore, nessun annuncio, nessuna telecamera.
Semplicemente non ha voluto più vivere senza di lei.
Il vero amore.
Quell’amore che supera ogni cosa, che supera il tempo, il denaro, il successo, che va oltre l’età, la salute, la vecchiaia, va oltre i problemi, le incomprensioni, i litigi, le differenze, che va oltre la vita stessa.
Il vero amore.
Quello che dall’inizio della storia dell’uomo, poeti, narratori, giullari e scrittori hanno cercato di raccontarci, e che consideriamo il più delle volte come un affresco di un passato non più proponibile, non più vivibile, e che invece con grande sorpresa si è rinnovato nell’ultimo, drammatico ma straordinario gesto di amore di un uomo che ha risvegliato in tutti quelli che restano la sensazione di cosa sia l’amore, il vero amore.
Tristano e Isotta, Paolo e Francesca, Giulietta e Romeo, Renzo e Lucia; Antonio e Mafalda si sono, loro malgrado, conquistati un posto nella storia dei grandi amori, alcuni esistiti davvero, altri no, ma Antonio e Mafalda hanno detto al mondo, una volta per tutte, cos’è l’amore e come dovrebbe essere.
Sono tempi, questi, di grande sfiducia verso il sesso opposto, sono tempi in cui si fa fatica a chiudere gli occhi e buttarsi, a mettersi in gioco, a lasciarsi andare, tempi in cui troppi ragazzi, scottati dai pur grandi dolori di una storia andata male, si avvicinano all’amore con diffidenza, e danno di loro quel tanto che è necessario per non soffrire in caso di fallimento sentimentale.
Ma, come per tutte le cose, si può scegliere di vivere o di stare alla finestra e guardare la vita passare; si può scegliere di non rischiare, di non buttarsi, di non scoprirsi, ma ad un certo punto ci si girerà indietro e ciò che sarà possibile vedere saranno soltanto una lunga sequenza di giorni uguali ai giorni.
Invece amare è un rischio, è farsi trascinare su, sempre più su, rischiando da un momento all’altro di cadere, e più in alto si vola e più farà male cadere, certo. Ma provando provando, un giorno, forse, potremmo anche correre il rischio di imparare a volare, a quattro braccia, e potremmo forse avere la fortuna di passare il resto dei nostri giorni guardando al vita dal cielo, come Antonio e Mafalda, ad un’altezza che a chi resta a guardare non sarà mai permessa.
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