Parola di Mr. What Women Want
Da quando scrivo di rapporti tra uomini e donne mi capita abbastanza spesso di gironzolare su riviste più o meno femminili e di incappare in articoli di pseudo-tendenza, moda e affini scritti, almeno nelle intenzioni, da donne per le donne, o perlomeno questo è quello che si vorrebbe far credere. Ogni volta che me ne capita uno sotto gli occhi però finisco immancabilmente con il ritrovarmi a scuotere la testa per qualche secondo, e non tanto perché sono praticamente tutti uguali, ma perché tutto sono tranne che scritti da donne per le donne.
Al contrario, sembrano scritti da un branco di colleghe d’ufficio frustrate, acide e represse, che con considerazioni tanto pungenti quanto poco condivisibili sono pronte ad individuare anche il più piccolo difetto delle loro colleghe-antagoniste per valorizzare praticamente solo quello e “sparare” il più possibile addosso senza alcuna pietà. Il risultato è, almeno per un uomo che disgraziatamente incappi in una di questa letture, un momento di assoluto surrealismo nel quale, secondo la malcapitata scrittrice di turno, di una bionda alta uno e ottanta con spalle larghe, vitino stretto e gambe di un metro bisognerebbe concentrare l’attenzione soprattutto sul segno dello zigomo rifatto o sull’infelice abbinamento della scarpa con la borsetta.
Ma per carità. L’invidia è una brutta bestia.
E poi, se fosse davvero tutto qui, tutto sommato, la cosa non sarebbe grave.
La parte peggiore di questa gara al massacro, di questo allegro tiro al piccione o meglio alla passera solitaria, è il meccanismo perverso che essa genera e si porta dietro, che oltre ad alimentare una generale impressione di gran poca solidarietà reciproca nel mondo femminile, contribuisce negativamente a diffondere nell’’universo rosa un notevole numero di falsi modelli che in qualche modo penetrano nel target della rivista o del giornale e vengono piano piano acquisiti, digeriti e ricercati, chi più chi meno, dal pubblico che li fa propri nella vita di tutti i giorni. Insomma molto spesso, tropo spesso, sono le donne stesse, le trend setter, le fashion blogger, le fashion influencers e di neologismi anglofoni chi più ne ha più ne metta, a creare ed alimentare quelle stesse stupide ed irreali frustrazioni delle quali poi le donne sono vittime. E’ un gioco veramente perverso, un circolo vizioso, un gioco al massacro che non fa bene a nessuno.
Insomma a volte le donne “se la cantano e se la suonano”.
“Tizia ha partorito due mesi fa e oggi è già sulle passerelle? “ “si ma se la guardiamo bene ha due smagliature sulla coscia destra” E ci mancherebbe altro! Già ha fatto il miracolo, cosa vuoi di più?
“Caia è in spiaggia e ha il capello fuori posto?” e potrà pure rilassarsi anche lei ogni tanto no!
“Avete beccato la soubrette a passeggio con il cane di domenica per la prima volta struccata?” E giù con il servizio a tutta pagina gongolando per quanto sia differente al naturale o nello show del sabato sera.
Abbiate un po’ di pietà.
Sinceramente alle donne non fa molto onore questo sottile sadismo pseudogiornalistico, ed agli uomini, per la verità, non interessa granché; perché se lo stolto quando indichi la luna guarda il dito, beh, il maschio quando indichi la smagliatura guarda il culo.
Buona settimana.
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10/06/2015