Buone notizie per chi soffre di psoriasi, malattia della pelle che colpisce a tutte le età ma in particolare le donne. Con l’arrivo dell’estate la pelle colpita dalla psoriasi sembra rinascere. La pelle affetta da questa patologia trae infatti grande giovamento dall’esposizione alla luce solare, spesso più che da altri trattamenti a base di creme e di unguenti.
Proprio da questa constatazione è nata l’idea di trattare la malattia con la porzione più benefica della radiazione solare e cioè i raggi ultravioletti (UV-B), che raggiungono il massimo grado di efficacia e sicurezza grazie all’esclusiva metodologia Ratok®Derm. Si tratta di una tecnica basata sul principio della microfototerapia selettiva e mirata che riesce a concentrare l’energia luminosa solo nelle zone di
cute da trattare, anche se sono estremamente piccole, risparmiando le altre: si evita così un sovraccarico di energia ai tessuti sani.
«Attualmente le indicazioni terapeutiche di questa metodologia esclusiva riguardano la psoriasi e la vitiligine, anche se da qualche tempo abbiamo iniziato a trattare anche la dermatite atopica, che si sta diffondendo notevolmente tra i bambini»- ha esordito Marina Fantato, specialista in Dermatologia e Venereologia della clinica Clinica Cimarosa di Milano, l’unico centro italiano a disporre in via esclusiva di Ratok®Derm. Per quanto riguarda nello specifico la psoriasi, si ottengono risultati molto soddisfacenti per tutte le forme della malattia, da quelle più lievi fino ad arrivare a quelle gravissime che comportano dolore, bruciore e prurito, e quindi con un impatto sulla qualità della vita notevolissimo. Con la microfototerapia, la persona anche con una forma grave di malattia, non deve assumere farmaci: è sufficiente che si rechi regolarmente presso l’ambulatorio dermatologico per le sedute previste. Ciò è dovuto al fatto che la microfototerpaia agisce sulla radice della malattia. Rispetto ad altri tipi di fototerapia la differenza è notevole.
Il trattamento è indicato in tutte le fasce di età ed anche le donne in gravidanza sottolinea la dott.ssa Fantato. «Grazie anche alla nostra esperienza su migliaia di casi, possiamodire che non esistono pazienti non trattabili, salvo casi conrarissime controindicazioni che riguardano l’esposizione all’ultravioletto» Grazie dunque a questa metodologia, i soggetti che ne soffrono potranno dire addio a vestiti e
maniche lunghe o pantaloni fino alla caviglia e godersi in pieno la libertà di portare anche in estate vestiti più corti.
19/06/2015