(KIKA) – PERUGIA – Le tracce di Dna trovate sul coltello ritenuto dall’accusa l’arma del delitto con cui venne uccisa Meredith Kercher potrebbero non appartenere alla vittima, secondo i periti nominati dalla Corte d’Appello di Perugia Stefano Conti e Carla Vecchiotti dell’Università La Sapienza di Roma. Con un documento di 145 pagine presentato ieri in aula, i tecnici hanno smontato uno degli elementi principali dell’accusa, che replicherà in aula difendendo il proprio operato il prossimo 25 luglio. I periti, testuali parole, hanno definito “non attendibili” gli accertamenti tecnici compiuti sulle tracce di dna. In difesa della Knox si era schierata anche la televisione americana CNN, che aveva lanciato durissime accuse contro il pm Giuliano Mignini sposando una delle principali tesi difese dalla stampa americana: il procuratore avrebbe agito esclusivamente in base a convinzioni personali e non basandosi su prove scientifiche.