Se Le nozze di Figaro, nota opera di W. A. Mozart, si apre con il tenore che misura la stanza in vista del letto matrimoniale, nei teatri italiani si è passati già allo step successivo, in cui Marco e Paola – due nomi qualunque per una coppia qualunque – si ritrovano, finalmente soli, a dover montare quel letto, simbolo della loro unione e di tutte le fragilità ad essa correlate.
Una trama a misura di quotidiano
Con questa immagine si apre Due, nei teatri italiani fino a questa primavera, che segna il ritorno a teatro di Raoul Bova, dopo 20 anni di assenza, in coppia con Chiara Francini. La pièce, scritta a due mani con Astutillo Smeriglia e diretto da Luca Miniero (che debutta a teatro dopo la conduzione di “Benvenuti al Sud”/”Benvenuti al Nord”), intende offrire «un affresco dell’universo maschile e femminile», e in particolare interrogarsi «sul senso profondo delle relazioni alla prova del tempo».
La coppia infatti, attraverso le proprie peculiarità (per Paola, la forza che le permette di guardare al futuro; per Marco, invece, la leggerezza di vivere nel presente) indaga le paure e i dubbi che assalgono chiunque si stia preparando alla convivenza.
Una regia magistrale
Dubbi e paure che si concretizzano, grazie alla regia magistrale, in sagome in plexiglass retroilluminate che prendono parola attraverso la voce degli attori: così vediamo una Barbie vestire i panni di una futura amante di Marco, o un fattorino con cui invece sarà la donna a intrattenere una relazione adulterina.
E, ancora, figli in grado di incrinare l’equilibrio tanto faticosamente conquistato. «Noi non diamo risposte ai grandi quesiti sull’amore, perché non ci sono risposte – dice l’attore – L’unico suggerimento che possiamo dare è cercare di non idealizzare il proprio compagno o compagna, o il proprio rapporto».
«È più saggio accettare la singolarità della persona che si ama e non l’idea che si ha di lei» conclude Raoul Bova. Una pièce che, per i suoi propositi, riesce a incollare il pubblico alla sedia. E, a vedere dai continui sold-out, ha tutti i presupposti per continuare nella sua impresa.
Miriam Di Veroli