La frenesia che pervade il nostro mondo, le sue implicazioni sui legami sociali, sulla natura del lavoro, sui processi percettivi stravolti dal digitale e dalla produzione infinita di immagini.
E ancora, la sofferenza e il suo linguaggio i corpi, i silenzi , le solitudini, le esclusioni sono al centro della nuova edizione del Festival.
Un’iniziativa culturale nata a Venezia che, da 13 anni, si interroga su quella condizione chiamata “follia” e ai tabù che la circondano; sottraendola all’ambito dei soli addetti ai lavori; e costruendo un contesto culturale in cui in cui diversi linguaggi e diversi saperi si incontrano e si rimettono in gioco per misurarsi con quest’esperienza; e darle voce.
FRENETICA. La spirale che consumaè il titolo della tredicesima edizione del Festival dei Matti: quattro giorni di incontri, spettacoli, laboratori, reading, proiezioni che dal 25 al 28 maggio proveranno ad indagare le grandi contraddizioni del nostro tempo, a partire dall’esperienza, privata e collettiva, di ciò che definiamo normalità e follia in un orizzonte dominato da obblighi performativi sempre più pressanti, dall’equivalenza tra apparenza e realtà.
Una ricerca che quest’anno torna in tre luoghi amici del festival: al M9 Museo del Novecento a Mestre; al Teatrino di Palazzo Grassi; all’Accademia di Belle Arti.
«Stiamo dentro a una corsa a perdifiato, stregati dall’ebbrezza che ne viene, convinti che rallentare o fermarsi equivalga a scomparire. Ci inghiotte il mulinello del produrre, il mito della crescita iperbolica, la montatura, sempre da rifare, di “profili” che occultano quello che ci manca, l’orizzonte digitale in cui ogni fatto è doppiato e scorporato, reso innocuo dall”equivalenza e dalla rapida scomparsa» scrive Anna Poma, curatrice e ideatrice del Festival dei Matti
Questo chiede e racconta, ancora una volta, un festival nato oltre dieci anni fa a Venezia: un’iniziativa culturale pensata per riportare la “follia” al centro di una riflessione seria e interdisciplinare che ne valorizzi le potenzialità creative e comunicative, riconoscendone le componenti vitali, quotidianamente rimosse, nella vita di ciascuno. Ancora, insieme alle persone che hanno vissuto o sono stati sfiorate dall’esperienza della follia, insieme a cittadini, esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo, giornalisti, registi, filosofi, artisti, ad amici, sostenitori e tante persone che in questi anni partecipato, raccontato, vissuto il festival.
Un’esperienza che quest’anno sarà da vivere, una volta di più, anche insieme ad Accademia della Follia, Roberto Beneduce, Massimo Cirri, Stefano Cecconi, Pierangelo Di Vittorio, Emanuele De Nicola, Antonio Esposito, Marco Ferrero, Giorgio Falco, Ilaria Gaspari, Sabrina Ragucci, Marco Rovelli, Simana Taliani, Anna Toscano, Marica Setaro, Francesco Targhetta, Gisella Trincas,Francesco Vacchiano, Mediterranea Saving Human, Lungo la Rotta Balcanicae con l’omaggio a Goffredo Parise e a Vitaliano Trevisan, il documentario War on Mars di Dea Gjinovci, alle voci, alle biografie, alle storie di Matti, di tutti e di ciascuno.
di redazione digital
17/04/2023