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Pelle: rimedi anti freddo

03 giovedì 2015 visualizzazioni:

pelle-freddo-rimediSiamo in pieno inverno da ormai qualche settimana (anche su Bella.it è arrivata la neve!), ed ecco che la pelle inizia a tirare, ad apparire più spenta, ruvida, arrossata e in certi casi anche screpolata. Non c’è nulla da fare, gli agenti atmosferici sono nemici della nostra bellezza, infatti, cosi come i raggi UV del sole soprattutto d’estate, anche il freddo può causare i suoi danni: l’esposizione a basse temperature, altera il film idrolipidico della pelle, la sensibilizza e fa perdere l’idratazione. Sono necessari dunque prodotti specifici far tornare la pelle idratata e per prevenire la desquamazione, nei casi più gravi, in presenza di couperose o di forti arrosamenti, sono necessari prodotti ipoallergenici, appositamente studiati per pelli sensibili.

Bella.it ha selezionato per voi i prodotti ideali contro i danni del freddo sulla pelle…(clicca per ingrandire)

 

 

SKINCEUTICALS-EMOLLIENCE physiogel,sollievo-calmante MELVITA-OLIO-ARGAN DIBIMILANO-HYDRA-PERFECTION bioderma-atoderm

Non solo cosmetici: ecco un rimedio naturale per sconfiggere la secchezza cutanea, una ricetta da fare a casa in pochissimi minuti ma dal risultato assicurato.

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Ingredienti:

1 tuorlo d’uovo

2 cucchiai di miele

1 cucchiaio di farina

1 cucchiaino di olio di mandorle

Mischiate gli ingredienti fino a creare un composto denso e applicate sul viso, rilassandovi per 15 minuti. Se l’impasto risulta troppo liquido, addizionate della farina.

di Ludovica Bonini

3/12/2015

L’Oréal per il futuro

03 giovedì 2015 visualizzazioni:

Un’azienda che pensa anche alla risorsa più importante: le persone ed in particolare i giovani…

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CRISTINA SCOCCHIA, AMMINISTRATORE DELEGATO L’OREAL ITALIA

L’Oréal è un’azienda che non ha bisogno di presentazioni: infatti è al primo posto nel proprio settore, un modello per il mondo della cosmetica. Tuttavia non è solo di questo che si occupa, L’Oréal si avvale di un osservatorio col quale conduce ogni anno alcuni sondaggi. Uno di questi ha come obiettivo quello di scoprire quali siano le tendenze e le aspettative degli universitari italiani, che sogni hanno e quanto pensano che siano realizzabili.

Quest’anno è stata presentata la seconda edizione realizzata da Eumetra Monterosa “Gli studenti universitari guardano al mondo del lavoro – scelte e aspettative dei giovani italiani” nella quale, tramite domande mirate, si è indagato su ciò che pensano i giovani italiani sul mondo del lavoro.

I risultati sono stati presentati il 25 Novembre 2015, presso l’Accademia L’Oréal, da Renato Mannheimer alla presenza di ospiti illustri tra i quali il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

I risultati sono stati definiti “Interessanti e, per certi aspetti, sorprendenti” sottolineando come i nostri studenti guardino al futuro con speranza e determinazione, nonostante il buio periodo che stiamo attraversando economicamente parlando (e non solo).

Bella.it riporta per voi i risultati di questa ricerca:

I giovani italiani tra i 19 ed i 26 anni, che frequentano l’Università nel nostro paese o all’estero, sono convinti di trovare entro i prossimi 5 anni un lavoro (91%), che sarà soddisfacente (76%), coerente con gli studi svolti (75%) e socialmente utile (71%), nonostante il periodo ancora complicato. Uno studente su due preferisce di gran lunga il lavoro in azienda rispetto alla libera professione (28%) e al settore pubblico (27%).

Gli studenti ritengono che i punti di forza delle università italiane siano un’eccellente preparazione teorica (26%), le competenze dei docenti (11%) e l’ampia scelta dei corsi di specializzazione (11%), anche se il 20 per cento sottolinea che l’aspetto fondamentale da migliorare delle nostre accademie sia la capacità di preparare al mercato del lavoro rafforzando la connessione con le imprese.

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LO STABILIMENTO DI SETTIMO TORINESE

L’idea che si è fatta Cristina Scocchia (Amministratore Delegato di L’Oréal Italia) è che le aziende debbano imparare a dialogare con una generazione matura, rispettando e coltivando le inclinazioni personali dei propri lavoratori. Insomma per crescere ed evolversi è importante capire e non soffocare i differenti punti di forza dei futuri lavoratori.

Per quanto riguarda la ricorrente associazione Studio-Lavoro/Estero i dati emersi sono:

Rispetto alla precedente edizione 2014 della ricerca di L’Oréal Italia, cresce l’intenzione di andare all’estero (+11%): il 47 per cento dei giovani ha avuto (18%) o vorrebbe avere nel prossimo anno (29%) un’esperienza di studio fuori dal nostro paese, principalmente per imparare o perfezionare la lingua (56%), a dimostrazione di una maggiore consapevolezza dell’importanza di confrontarsi in contesti internazionali. Inoltre, l’85% degli studenti crede che all’estero ci siano più opportunità lavorative che in Italia perché il mercato del lavoro è più aperto, flessibile e meritocratico. Il 70% dei ragazzi intervistati, infatti, vorrebbe meno raccomandazioni e maggiore meritocrazia in Italia.

 Per concludere vi riportiamo il pensiero del Ministro dell’Istruzione:

La ricerca L’Oréal ha il grande merito di avere aperto un canale di ascolto sulle percezioni e aspirazioni degli studenti italiani. Ha evidenziato il loro pragmatismo lucido e il loro ottimismo. Dobbiamo rispondere a questo patrimonio di disponibilità e fiducia e come Governo stiamo rimettendo al centro dell’agenda politica e sociale il valore dell’istruzione. L’Istruzione di qualità è la leva fondamentale per creare società migliori”.

 

di Marco Trevisan

3/12/2015

HUMANDOG, quando l’uomo si (con)fonde col proprio cane

01 martedì 2015 visualizzazioni:

humandog3Humandog non è solo il titolo di un libro, ma la filosofia di vita di molti uomini che hanno trovato un emozionante equilibrio col proprio cane

Uomo e cane, due esseri così diversi eppure così uguali, stretti da un’antica alleanza che non si è mai dissoluta nel tempo. Dire che il cane è il miglior amico dell’uomo è una frase fatta che pesa su di noi da ormai molti anni, tuttavia come poter affermare il contrario? I nostri cani ci seguono ovunque, giocano con noi, dormono nei nostri letti: ci amano.

A differenza di come forse siamo abituati a pensare, loro non ci vedono come “padroni” ma come compagni di vita. Il padrone è solo colui che offre loro una razione di cibo una o due volte al giorno, ma chi è amico di un cane fa molto più di questo. Le passeggiate insieme a loro non sono come accompagnare il nostro compagno al gabinetto, son qualcosa di più profondo, qualcosa che lega cane e uomo più di quanto pensiamo. Durante le uscite coi propri amici a quattro zampe non c’è bisogno di parlare, si cammina e basta; a volte rimaniamo ipnotizzati da quell’andatura elegante o nobilmente goffa, ci stupiamo per qualcosa che il nostro compagno ha visto in più di noi, quelle cose che noi non riusciamo a vedere in quanto abituati a guardare solo con gli occhi; loro vanno oltre lo sguardo, non si fermano a ciò che vedono (forse per questo ci amano tanto) hanno mantenuto il contatto con la natura e, talvolta, ci aiutano a riacquistarlo.

Quando torni a casa stanco, deluso o triste, loro sono lì che ti fissano con quello sguardo di invidiabile nhuman-dog-cane-bambinaon conoscenza delle pene della vita; son solo contenti di rivedervi, non importa quanto li abbiate lasciati soli, a loro importa che voi in quel momento siate tornati. E allora come non farci scappare almeno un sorriso quando fissandoci si buttano a terra e si dimenano pancia all’aria? Forse comprendono benissimo il male che portiamo dentro, ma a differenza dell’essere umano non ti riempiono di domande, alleviano il dolore e basta.

Vivere a lungo con loro consegue uno scambio perpetuo, scambio che a volte si tramuta in una specie di “mimesi”; Resta indimenticabile per molte generazioni una scena della “Carica dei 101” nella quale vengono mostrate varie coppie cane/uomo vestite allo stesso modo, con gli stessi atteggiamenti e a volte addirittura con le identiche espressioni. Non si capisce se sia il cane ad imitare il proprio alter-ego umano o viceversa ma capita spesso di trovare queste “simbiosi” inverosimili.

Sicuramente l’ha notato Silvia Amodio, una fotografa che da anni è alla ricerca di questa complessa unione e fusione tra cane e uomo. Nel suo ultimo libro Humandog: Le nuove coppie” edito da More Mondadori racconta attraverso numerosi scatti il legame tra cani e umani sottolineando le loro “assurde” somiglianze.human_dog_1

La fotografa porta avanti il progetto HUMANDOG viaggiando per le varie città italiane e portando con sé il proprio interesse per questa fratellanza tra razza umana e canina. Un progetto che ha anche dei fini benefici: ad esempio nella sua prossima tappa a Genova dal 4 Dicembre 2015 al 6 Gennaio 2016 offrirà la propria dote artistica fotografando i primi 20 proprietari di cani che ne faranno richiesta (gratuitamente).

Gli scatti verranno in seguito esposti alla mostra che si terrà presso il Museo di arte contemporanea di Villa Croce di Genova. Le foto saranno acquistabili a soli 50 €, cifra che sarà devoluta con l’aiuto di Schesir (Partner del progetto e azienda leader nel campo dell’alimentazione per cani e gatti) a favore della fondazione Theodora Onlus. Fondazione che si avvale dei Dottor Sogni per alleviare i periodi di permanenza dei bambini al Gaslini di Genova.

 

“Non c’è fedeltà che non tradisca almeno una volta, tranne quella di un cane”
-Konrad Lorenz-

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 Link utili  

Libro: http://www.moremondadori.com/humandog-le-nuove-coppie/

Schesir: www.schesir.it

Theodora Onlus: www.theodora.it

di Marco Trevisan

1/12/2015

 

 

Ma che fine hanno fatto gli uomini?

01 martedì 2015 visualizzazioni:

Ore 21 di un giorno qualsiasi.

8607781-largeSpogliatoio maschile di una palestra; entro e vengo immediatamente accolto da un miscuglio indecifrabile di profumi che vanno dal sandalo alla jojoba, dal muschio bianco al tè verde a chissà quale altra fragranza orientale creata dal solito stilista efebico; è il risultato dell’utilizzo contemporaneo di profumi, creme post doccia, aftershave, balsami alla cannella e compagnia cantante, che spuntano fuori dagli armadietti dei miei momentanei compagni di ginnastica.

Qualche metro sulla mia destra un tizio sulla cinquantina, integralmente abbronzato eccezion fatta per il segno di uno pseudo-tanga sulle parti intime, liscio come il culo di un neonato si sta spalmando il gel tra i capelli con l’attenzione del miglior coiffeur pour dames; di fianco a lui un altro si passa l’aftershower body lotion sulle gambe depilate, un piede sulla panca e uno giù, mentre borsettine e trousse viaggiano incessantemente dagli armadietti alle docce e viceversa.

palestra metro sexualMi guardo intorno con in mano la mia semplice tavoletta di sapone monouso rubata nell’ultimo albergo, e mi sento un po’ come un triciclo al GP di Monza, come un pensionato in un Apple store; insomma un tantino antico e decisamente fuori luogo.

Mentre mi lavo la testa con la stessa scaglia di soda con cui ho lavato il resto, mi sorge spontanea una domanda: ma sono io che sono anticaglia nell’era dei metrosexual, della manicure da uomo e degli stick per cancellare le borse sotto gli occhi, oppure nel rincoglionimento mediatico generale ci stiamo dimenticando cos’era un maschio??

Guardo il tizio di fronte a me, che attende i dieci minuti canonici con in testa il balsamo e mi chiedo: ma non vi suona qualcosa di strano in tutto questo?? Non c’è un campanello che vi fa sentire un tantino a disagio? Una sorta di senso di non appartenenza a cremine esfolianti & co?

Ma dove sono finiti quelli che quando si tagliano con il cacciavite gli avvolgono uno straccio intorno e continuano a lavorare? Quelli che d’inverno la moglie li deve rincorrere per mettergli la crema sulle mani che sembrano carta vetrata, e mentre lo fa sbuffano? Quelli che sanno dove sta il tappo dell’olio nel motore della macchina e se lo cambiano da soli? Insomma dove diavolo sono finiti i maschi?

Puomo-mette-cremaer carità, non dico di tornare a pulirci con le foglie e fare l’alfabeto con i rutti; la società e i suoi costumi sono da sempre in continua evoluzione ed è anche giusto che sia così; ma tra il boscaiolo con l’ascella importante e una manica di aspiranti reginette di bellezza c’è un bel salto!

Beninteso, non mi sento in grado di dare giudizi di valore, e non vorrei nemmeno fare la figura del bacchettone retrò; però c’è qualcosa nel profilo genetico, nel profondo del testosterone che mi dice che il massimo del mio corredo da bagno devono essere sapone, dentifricio e al massimo un deodorante capace di non far trapelare il primate che abita in me dopo quattro ore fuori casa. Il resto è vanità, e la vanità, storicamente, è donna.

Del resto anche nel mondo femminile sembra circolare un certo malcontento per la troppa cura del corpo maschile, un atteggiamento che in qualche modo le donne hanno sempre, direi giustamente, sentito come proprio e che oggi invece tende ad offrire loro una sorta di competizione su un piano in cui competizione non ce ne dovrebbe proprio essere.

E voi, cosa ne pensate?

Fatemi sapere la vostra e buona settimana.

 

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1/12/2015

Oggi cambio tacco e forse anche il plateau!

27 venerdì 2015 visualizzazioni:

N3R8A8377el giorno del “Black Friday” non potevamo non parlarvi delle Albertine, le scarpe che ti permettono di cambiare tacco e plateau ogni volta che vuoi, con un click!

La maggior parte delle cose innovative giungono a noi grazie a talentuosi giovani: e cosi Alexandra Alberta Chiolo, torinese di 28 anni, ha deciso di concentrare le sue energie su qualcosa di unico e mai visto prima: delle scarpe di altissima qualità artigianale con tacchi e plateau che si possono cambiare ogni volta che lo si desidera!

Alexandra è riuscita a far incontrare l’arte artigiana italiana insieme a un divertentissimo gioco che permette a tutte le donne di poter abbinare le scarpe all’outfit desiderato.

IMG_8336saveInfatti, dopo lo straordinario successo dell’elegante tomaia color cipria Cotton Candy e della nera classica in vitellino Icon intramontabile, arrivano le Albertine in silk touch, scintillanti e preziose, e in suede, avvolgenti e fascinose.

Anche i tacchi e i plateau riscoprono nuove tinte: ritornano i metal nelle nuances ispirate ai colori del tramonto e i glitter ispirati ai colori della mezzanotte, i mat ispirate alle luci calde di un pomeriggio d’autunno in un bosco incantato e fanno capolino i nuovi pearl che accarezzano con una leggera lucentezza il tono del risveglio del sole. Il tacco scultura in limited edition “origami” prosegue il progetto di linee slanciate e forme rigide, in un’armonia di perfezione. Scollatura accentuata e plateau interno alleggerito, le Albertine di questa stagione vestono ogni singolo istante della tua giornata, accompagnando ogni outfit: sono perfette per la mattinata più casual, per l’abito da cocktail o per la serata elegante.

 

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In occasione del “Black Friday” sul sito www.alexandraalbertachiolo.com da venerdì 27 novembre a domenica 29 novembre, inserendo il codice “blackfriday15” prima di effettuare il checkout, avrai diritto al 30% di sconto sulle tue Albertine!   

a cura di Ludovica Bonini

27/11/2015

L’adozione di un minore

26 giovedì 2015 visualizzazioni:

Care lettrici, in questo nuovo appuntamento vorrei parlarvi delle regole concernenti l’adozione di un minore.

15ware.1.600La normativa e, conseguentemente, le modalità di adozione sono state profondamente modificate rispetto al passato con l’emanazione della legge 184 del 1983, riformata diciotto anni più tardi con la legge 149 del 2001.

Con l’appena citata legge cambia la concezione alla base dell’Istituto stesso, che mette al centro gli interessi del minore non solo in un’ottica assistenziale ma nella volontà di tutelare il diritto del bambino ad avere una famiglia che lo sostenga sia economicamente che moralmente, che lo educhi e lo aiuti a crescere.

L’adozione richiede alcuni passaggi obbligatori e requisiti sia in capo agli adottanti sia al minore, quest’ultimo, infatti, deve essere dichiarato adottabile dal tribunale per i minorenni tenuto conto della mancanza di assistenza morale e materiale dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi, ovvero nel caso in cui sia orfano o non riconosciuto dai genitori naturali.

632_250x170L’articolo 6 della legge individua invece requisiti necessari per poter richiedere l’adozione: in primo luogo essa è consentita a coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni o che abbiano convissuto in modo stabile e continuativo per un periodo di tre anni prima del matrimonio, inoltre non deve sussistere o essere intervenuta separazione personale negli ultimi tre anni: ciò che il legislatore ricerca è fondamentalmente un nucleo famigliare stabile; in secondo luogo è necessario che la differenza tra gli adottanti e il minore sia di almeno 18 anni e non superiore ai 45. Queste regole tuttavia sono derogate dalla stessa norma in specifici casi indicati, ad esempio, se l’adozione riguardi un fratello o una sorella del minore già adottato o se i coniugi abbiano dei figli minori.

Un altro passaggio da affrontare riguarda la richiesta di adozione: i coniugi che intendono adottare un bambino devono adoptionpresentare la propria domanda al Tribunale dei minorenni (possono essere presentate più domande a diversi Tribunali) e, una volta presentata la domanda, questi dovrà accertare la presenza dei requisiti necessari e fare le opportune indagini sulla situazione personale, economica, di salute e sulle motivazioni che spingono la coppia a voler adottare un minore.

Terminate queste indagini, se il Tribunale riterrà idonea la coppia, lo stesso potrà disporre il cosiddetto affidamento preadottivo della durata di un anno, al termine del quale, se avrà esito positivo, verrà dichiarata l’adozione.

In conclusione, l’Adozione è un Istituto che trova la sua ragion d’essere nell’interesse primario di tutela del minore e nel suo diritto ad avere un famiglia nella quale crescere, formare il proprio carattere e il proprio futuro.

 

 

 

Per domande dubbi o richieste scrivere a viadana@bella.it

 avv. Marco Viadana (Studio legale associato Spelta Viadana)
www.viadanaspelta.it

26/11/2o15