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Abbronzate senza sole

22 mercoledì 2015 visualizzazioni:

L’estate sta arrivando e la tua pelle presenta il conto del grigiore dell’inverno? Hai un colore verdognolo da fare invidia all’incredibile Hulk? Devi stare in ufficio al computer nonostante il richiamo degli uccellini al parco?

Grazie al cielo, hanno inventato tanti prodottini buoni e funzionali per abbronzare la tua pelle quando non hai tempo di esporti al sole! Ce ne sono di tutti i colori e per tutti i i tipi di pelle, basterà solo prestare attenzione nel trovare l’autoabbronzante perfetto per voi!

Addio macchie ed effetto arancione!

Tante donne non utilizzano l’autoabbronzante perché fino a pochi anni fa le tinture per la pelle donavano al volto e al corpo un colorito arancione, spesso non uniforme e con molte macchie, ma le case cosmetiche, dopo anni di ricerca si sono evolute parecchio sia sul piano del colore del prodotto, sia sul problema dell’uniformità creando miscele e polveri dai toni più caldi e naturali che si fondono sulla pelle senza creare il tanto odiato effetto “dalmata”!

 

 Ecco la selezione di Bella.it dei migliori autoabbronzanti ora nei beauty store

 

 

 

22/4/2015

Tre amiche e tanti guai di Jane Costello

22 mercoledì 2015 visualizzazioni:

Questa settimana vi presentiamo un libro molto intrigante, ambientato in un hotel extralusso di Barcellona, dove tre amiche si trovano per una vacanza all’insegna del divertimento. Irriverente, esilarante e molto trendy, un libro che vi farà ridere come mai e che vi divertirà con le sue protagoniste nella città più colorata del mondo.

La trama

treamicheImogen e le sue amiche Meredith e Nicola hanno avuto il loro bel numero di vacanze low-budget, voli in quarta classe e assalti all’alba per conquistarsi un posto a bordo piscina.

Quando una di loro vince una vacanza a cinque stelle in uno degli hotel più alla moda di Barcellona, programmano una specie di ultima vacanza all’insegna del divertimento e del lusso più sfrenato, prima che Meredith, la più festaiola del gruppo, sforni il suo bambino.

Ma nonostante la location perfetta, la spiaggia, la cultura di cui la città straripa e un aitante fustaccio di nome Harry, le cose sembrano mettersi al peggio. Tanto peggio, che peggio non si può. Imogen non riesce a staccarsi da quel maledetto telefono, per risolvere a distanza un problema di lavoro, durante la sua prima vacanza da secoli; le gaffe con il bollente Harry si susseguono come gli elementi della tavola periodica di Mendeleev; e ogni passeggiata sulle Ramblas si trasforma in un inseguimento degno di un film d’azione.

Ma non tutto il male viene per nuocere.

Forse.

 L’Autrice Jane Costello

 

Editor per Liverpool Daily Post fi no al 2007, durante il congedo di maternità, Jane ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura dei suoi romanzi. È stata eletta autrice dell’anno della commedia romantica dall’Associazione Scrittori Romantici sia nel 2010 sia nel 2013. I suoi romanzi sono venduti in tutto il mondo e tradotti in 16 lingue. Vive a Liverpool con i suoi tre fi gli e il fi danzato Mark. Attualmente sta lavorando al suo prossimo libro e continua a scrivere per diverse riviste, tra cui Marie Claire, Telegraph Domenica e il Daily Mail. In Italia è già stato pubblicato il suo romanzo “La damigella d’onore”, edito da Mondadori.

 

 Tre amiche e tanti guai di Jane Costello, edito da Harlequin Mondadori, 12,90 €

Cheesecake agli Oreo!

22 mercoledì 2015 visualizzazioni:

Oggi vi propongo una variante della cheesecake che farà impazzire i più golosi.. La cheesecake agli oreo!! Se dovete ripiegare le vostre frustrazioni amorose questo è il momento giusto. La preparazione di questa torta è molto semplice per un risultato a dir poco fantastico. Questo dolce non richiede cottura ma solo tanta golosità.

Ingredienti

Per la base

Biscotti oreo 400 g
Burro fuso 100 g

Per la farcitura

Biscotti oreo 150 g
Philadelphia (anche light) 250 g
Ricotta fresca 250 g
Panna montata per dolci 250 ml
Latte 3 cucchiai
Colla di pesce 3 fogli

CHEESECAKE-OREO1 copiaInizio con il dividere i biscotti dalla loro crema: metto in una ciottola i biscotti senza la farcitura e in un’altra la cremina bianca. I biscotti senza crema devono essere circa 400. Una volta divisi, verso 350 g in una ciotola e inizio a frullarli in modo da ottenere una farina. I restanti 50 g verranno usati in seguito per la farcitura.
Aggiungo 110 g di burro fuso e mescolo bene il tutto. Successivamente, prendo una teglia, la ricopro con la carta da forno e verso il composto. Lavoro bene il fondo, schiacciando anche un po’ in modo da ottenere una base liscia. Infine, la lascio raffreddare in frigo per almeno 30 minuti. La nostra base sarà pronta nel momento in cui diventerà dura.
Ora, passo alla farcitura.
Per prima cosa, riempio d’acqua fredda un piatto fondo e lascio a bagno i 3 fogli di colla di pesce. Nel frattempo, verso 3 cucchiai di latte in un pentolino e quando, il latte è ancora caldo, verso la crema degli oreo preparata all’inizio. Mescolo bene il tutto fino a quando la cremina non si è CHEESECAKE-OREO copiacompletamente sciolta. Infine, strizzo bene la colla di pesce e la unisco al latte e alla crema, mescolando di nuovo fino a quando non si è sciolta del tutto.
Adesso verso in una ciotola la philadelphia e la ricotta, mescolo bene fino a quando non diventa una crema liscia. Poi, aggiungo la crema degli oreo scaldata precedentemente e mescolo di nuovo.
Monto la panna fresca e aggiungo la crema di formaggi appena ottenuta. Come ultimo passaggio, spezzetto (meglio se in piccoli pezzi) i 50 gr di biscotti avanzati nella preparazione della base e li aggiungo alla crema. Mescolo in modo da far amalgare bene il tutto.
Ora che tutto è pronto, prendo dal frigo la mia base e verso sopra la crema. Livello bene e sbatto un pò in modo da far aderire la crema perfettamente.
Lasciatela in frigo circa 8/10 ore, dopodiché date sfogo alla vostra immaginazione e abbellitela come più vi piace.

 

 

di Alessia Morello

22/4/2015

Missoni, l’Arte, il Colore

21 martedì 2015 visualizzazioni:

Il dialogo con l’arte europea del Novecento. La creatività e l’imprenditorialità di una grande Maison italiana. La straordinaria cultura e la genialità dei due fondatori.

missoni,arte,coloreRuota attorno a questi temi l’evento che il MA*GA di Gallarate (VA) dedica, dal 19 aprile all’8 novembre 2015, a Ottavio e Rosita Missoni, proprio nella città che scelsero nel 1953 come sede della loro casa e del loro primo laboratorio di maglieria.

Nell’anno di EXPO, i successi e i riconoscimenti internazionali dei Missoni, nella produzione tessile e nella moda, divengono portavoce tra i più accreditati del Made in Italy, rappresentando il valore di un territorio e testimoniando la capacità di generare linguaggi e confronti con i maggiori maestri dell’arte moderna e contemporanea.

Il percorso espositivo, caratterizzato dagli allestimenti che diventano essi stessi opere ambientali, è articolato secondo diversi registri narrativi che delineano le principali caratteristiche della genialità dei Missoni, fatta di colore, materia e forma. Al contempo emerge quanto la loro creatività sia legata a doppio filo con l’arte, rappresentando un caso pressoché unico nel panorama della moda internazionale.

L’esposizione si apre con la suggestiva video-installazione di Ali Kazma Casa di moda, nata nel 2009 per mettere in luce l’esclusivo mostra missoni arte coloreconnubio tra l’aspetto artigianale che affonda nella tradizione e il design contemporaneo, l’approccio rispettoso del materiale e del lavoro della maison Missoni e la volontà dell’artista di osservare da dietro le quinte il mondo glamour della moda e, più ampiamente, dell’attività umana.

Nella sezione Le Radici sono chiarite le origini della ricerca dei Missoni, le prime risorse e fonti d’ispirazione, nel campo delle arti visive e della moda. Il quadro di riferimento è quello della nascita delle avanguardie storiche in Europa, dall’astrattismo lirico di Sonia Delaunay, imprescindibile insieme a Kandinsky, al Futurismo di Balla e Severini e, come ricorda Luciano Caramel nel suo testo, “pregnante soprattutto il rimando a Klee, fondamentale per la comprensione della complessa cultura e pratica pittorica di Missoni”.

Importante per la narrazione è anche l’affermazione, negli anni Trenta, di gruppi, riviste e ricerche volte alla definizione di una pittura e di mostra-missoni-gallarateuna scultura geometrica, di carattere costruttivista e concretista. In questo contesto si afferma un linguaggio espressivo basato sulla ritmica composizione di forme e colori utilizzati in modo puro, che i Missoni traducono e rielaborano nei motivi centrali del proprio processo creativo.

Questa sezione infatti, come ricorda Emma Zanella nel suo saggio in catalogo, insieme a i primi “astrattisti italiani Munari, Veronesi, Soldati, Rho, Fontana o Vedova, traccia i confini di specifici territori di ricerca sul colore, sulla forma, sulla linea, sul ritmo che hanno caratterizzato la non figurazione europea nella prima metà del XX secolo e che hanno costituito i presupposti culturali e progettuali del mondo creativo di Missoni”.

Ne è un esempio Sonia Delaunay, le cui opere rivelano particolari affinità con i Missoni per modalità di lavoro e per esiti formali, non solo perché anche Sonia, con il marito Robert, ha messo a disposizione la propria capacità inventiva per il mondo della moda, della produzione di tessuti e del disegno di costumi teatrali, quanto perché l’assonanza dei due mondi tocca le corde fondamentali della loro poetica, per metodo e per risultati.

Altro esempio è Spitz-Rund (Aguzzo-rotondo) di Wassily Kandinsky, dipinto che raccoglie e sintetizza l’esperienza del maestro russo a contatto con la Bauhaus di Weimar e Dessau, evidente nella marcata geometrizzazione delle forme e nell’uso di colori dalle risonanze psichico ed emotive, mentre allo studio del colore in movimento si dedica Luigi Veronesi tra i precursori più acuti e sperimentatori dell’arte astratta nell’ambiente artistico milanese dagli Anni Trenta in avanti, del quale si presentano due film astratti di straordinaria attualità, Film 4 (1940), Film 6 (1941), in cui le linee e i colori si muovono in composizioni libere, dominate dal ritmo.

La mostra prosegue con Il colore, la materia, la forma, una serie di installazioni immersive, progettate da Luca Missoni e Angelo Jelmini, caratterizzate da una profonda fusione tra la ricerca di materia e colore, proprie del fashion design e dimensione ambientale, mutuata dalle arti visive. Realizzare abiti per i Missoni significa, infatti, dare spazio al colore, alla materia e alla forma, immaginate e plasmate secondo una rigorosa e personale ricerca estetica. “I filati sono il medium per il colore che, lavorato a maglia, prende profondità e rilievo”, scrive Luca Missoni nel testo in catalogo, e lo confermano queste grandi e scenografiche installazioni che avvicinano il visitatore all’elasticità della materia e alla ricerca delle tonalità del colore, mostrando l’eleganza e la morbidezza del filato e del tessuto a maglia, principale cifra stilistica della maison documentata anche dagli oltre cento abiti storici esposti.

ottavio e rosita missoniI dialoghi tra l’intensa attività creativa di Ottavio e Rosita Missoni e la cultura visiva italiana sono, tra gli anni Cinquanta e Ottanta, molto intensi. Un’ampia selezione di opere, provenienti anche dalla stessa collezione del MA*GA, documenta questa costante relazione: i riferimenti, le persistenze e le variazioni di motivi sono ricorrenti opera dopo opera. Troviamo così le tele di Ottavio Missoni confrontarsi con i grandi maestri dell’astrattismo italiano del secondo dopoguerra, dagli autori di Forma 1 come Dorazio e Accardi, al MAC di Munari e Dorfles, fino alle sperimentazioni optical e cinetiche di Dadamaino e Colombo che ci permettono di farci notare come, tra anni Settanta e Ottanta, l’uso di segno e colore si faccia più rarefatto e concettuale conferendo una chiave di lettura del tutto inedita ed autonoma ai molteplici studi e bozzetti realizzati dallo stesso Ottavio Missoni.

Alle opere più significative di Ottavio Missoni è dunque dedicata l’ultima sala della mostra, presentando un’inedita installazione. Si tratta di una serie di grandi Arazzi realizzati in patchwork di tessuto a maglia, allestiti in uno spazio immaginato, ancora una volta da Luca Missoni e Angelo Jelmini, come scenografico e suggestivo. Questo per sottolineare l’importanza che gli arazzi hanno avuto per Ottavio Missoni il quale, a partire dagli anni Settanta li elegge come esclusiva tecnica di espressione artistica, capace di concentrare in modo peculiare gli interessi trasversali, sia nella moda che nell’arte, per materia e colore. “Del resto, se in un primo tempo qualcuno si interrogò dubbioso sulla possibile attribuzione delle opere tessili di Ottavio Missoni, appunto in quanto tali, all’arte […] – scrive ancora Luciano Caramel – ben presto l’equivoco fu contraddetto dai fatti”.

La mostra MISSONI, L’ARTE, IL COLORE, curata da Luciano Caramel, Luca Missoni e Emma Zanella, è un progetto realizzato da Città di Gallarate, Museo MA*GA e Archivio Missoni, con lo speciale contributo di Regione Lombardia – Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie e Provincia di Varese; in collaborazione con Missoni e con la partecipazione di Gallerie d’Italia – Piazza Scala (MI) e Auser per MA*GA. Main partner The Woolmark Company; Media partner Rizzoli; Sponsor ParkingGO. Partner: Missoni Home; Bolon, Bonaveri; Stoll; Zegna Baruffa; Richard Ginori; Lancia e Ypsilon. Sponsor tecnici: IVNG; Openjobmetis; XL Group Insurance con Assigeco; Stone Italiana; Gallina; Peroni; Antique Mirrors. La mostra fa inoltre parte dei circuiti Grand Tour EXPO e Officina Contemporanea [OC]. Con il patrocinio di EXPO, Padiglione Italia EXPO e Convention and Visitors Bureau.

 

 

21/4/2015

Glaamy, la App che cerca la tua bellezza!

21 martedì 2015 visualizzazioni:

3step glaamySarà perché è la città della moda per eccellenza, sarà perché i trend sembrano nascere proprio qui per poi diffondersi altrove, sarà perché i creativ trovano in quest’area terreno fertile per far decollare la propria idea di business. Fatto sta che sarà proprio il capoluogo lombardo il banco di Glaamy1prova su larga scala di Glaamy, la prima App mobile per la prenotazione di trattamenti estetici disponibili nei beauty salon. Dopo un primo anno di beta, rodato su circa 30 saloni di Cagliari, e un totale restyling la App diventa finalmente disponibile da oggi anche a Milano con una decina di saloni già attivi.

Glaamy, la prima App mobile per la prenotazione di trattamenti estetici disponibili nei beauty salon locali, si rifà il look e apre il proprio servizio anche nel capoluogo lombardo. Da oggi sarà possibile prenotare attraverso il proprio smartphone il trattamento che più si preferisce tra quelli disponibili e più vicini a sé.

Un’occasione unica per gli operatori italiani del benessere di ottimshot merchant 2izzare tempi morti e invenduto (circa il 30% del totale) in un mercato che si colloca al quarto posto in Europa per consumi in ambito benessere e cura del corpo, con circa 140mila imprese, 240mila addetti ai lavori e un volume di affari stimato in oltre 10 miliardi. 43 milioni i clienti solo nel mercato Coiffeur.

Presto l’espansione in tutta Italia.

 

http://glaamy.com

 

 

 

 

21/4/2015

 

La gatta morta e la differenziata sentimentale

21 martedì 2015 visualizzazioni:

Parola di Mr. What Women Want

Ci sono donne che sono sempre state belle, così belle da non poter essere ignorate.

IRINA-BELLA Le vedi (raramente) camminare per strada, leggiadre, appena appoggiate su tacchi sui quali sembrano essere nate, e su cui sembrano talmente a proprio agio da dare l’impressione di poter spiccare il volo da un momento all’altro. Incedono con passo sicuro, dall’alto di un’armatura fatta di mascara, phard, fondotinta, rossetti e profumi che sembrano fatti apposta per catalizzare l’attenzione del mondo.

Sono quasi sempre giovani, snelle e lisce; sono quel tipo di donna a cui sta bene praticamente tutto, quelle che la moda utilizza per dire alle altre, che non hanno la stessa fortuna, che quel capo di abbigliamento renderà anche loro così, o almeno un pochino più simili. Hanno imparato negli anni a guardarsi in giro senza farsi notare mentre lo fanno, ed anzi fanno di tutto per dare l’impressione di non dare mai retta agli sguardi (maschili e non), che però sentono addosso. Sempre. Sono quelle che basta una foto sui social e “scusate se non sono riuscita a rispondere a tutti i messaggi, ma siete troppi…

E la loro storia personale parla di bellezza dalla notte dei tempi, fin da piccole; la bambina più carina alle elementari, la più corteggiata al liceo, quella che all’uscita dell’università trova ad attenderla una decapottabile e un guidatore di quindici anni più vecchio di lei col sorriso rich-womandichiaratamente soddisfatto per la preda fresca tra le mani; la preferita del capo al lavoro, basta un piccolo, velato, quasi impercettibile atteggiamento seduttivo ogni tanto; giusto per tenere la corda tesa.

Donne perfette, direte voi; donne che hanno tutto ciò che vogliono; donne felici.

Raramente invece. Perché paradossalmente, è proprio la loro inevitabile bellezza a costituire il peggior rischio di infelicità, a venire pagata a caro prezzo.

Non so se vi è mai capitato di ragionarci sopra ma, molto spesso questo tipo di donna si abitua, nel corso degli anni, ad avere ciò che vuole con una certa facilità, soprattutto dal mondo maschile; quasi sempre basta un sorriso per ottenerlo. Ma ciò fa si che essa, a meno che non accada qualcosa di imprevisto che la costringa ad una sana autocritica ed autoanalisi, non riesca a sviluppare gli strumenti caratteriali indispensabili a metabolizzare correttamente quelle delusioni che capitano alle persone normali, ma che la vita inevitabilmente prima o poi riserva a tutti; un po’ perché ad un certo punto la imagesbellezza se ne va, un po’ perché ci sono casi in cui ci sono altre bellezze in competizione, e un po’ perché non tutto si può conquistare con un sorriso. E quando accade, emerge un’altra persona, decisamente meno bella: immatura, viziata, fragile, aggressiva, e quel che è peggio quasi sempre incapace di valutare se stessa obiettivamente, con limiti e difetti, accusando invece il mondo intero di astratte congiure nei propri confronti. E allora tende a diventare insofferente nei confronti delle regole, dei fallimenti, degli insuccessi, e ad avere un pessimo rapporto con la quotidianità. Ho visto aspiranti soubrettes fare scenate pazzesche al ristorante (e perdere in un secondo l’immagine pubblica di fidanzatine d’Italia) perché non sono state servite per prime, oppure davanti ad un locale perché non è stato concesso loro di saltare la fila, perché non sono riuscite a farsi togliere una multa, e così via. Scene piuttosto imbarazzanti.

Questo tipo di donna, che lo crediate o no, anche con gli uomini avrà notevoli problemi; perché se all’inizio la bellezza le consentirà di fare assolutamente il bello e il cattivo tempo con un maschio completamente ubriaco di testosterone, dopo un po’, quando l’ormone sarà sceso e il cervello sarà più libero, anche il parnter più cretino capirà con chi ha a che fare, e agirà di conseguenza.

Questo ci riporta ad una pratica, particolarmente in uso nel mondo maschile, definita “differenziata sentimentale”, e in qualche caso, più volgarmente, “pantaloni in mano”.

Per sapere di cosa si tratta però, dovrete aspettare la prossima settimana.

Per il momento ricordate che la natura, nel suo grande disegno, prima o poi presenta il conto.

A tutti.

Buona settimana.

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