Un’idea è spesso frutto di una esperienza, di un vissuto circoscritto nel tempo e nello spazio. In una sede che era un’area dismessa, Stefania e Marco parteciparono alle iniziative promosse dall’Associazione GHEROARTE’. Un sostrato laboratoriale per approfondire il tema del riciclo e del recupero. Il filo conduttore del lavoro intrapreso dalla coppia è quello inaugurato dall’esperienza, ma anche da un’attitudine che ha anni di studi e di evoluzioni.
Dunque, è stata approfondita e sviluppata una rima, una consonanza già presente nei termini designanti il loro progetto, il loro ideale, la loro bottega. Bici&Radici, in una Bottega del verde e dei pedali, una formula che non fa altro che spiegare quello che succede nel negozio di Stefania e Marco.
Biciclette, locomozione ecosostenibile, per un percorso ecologico non solo all’esterno, ma anche all’interno della bottega che coniuga la ciclofficina al verde del fogliame o del corpo di piante grasse. Ecosostenibilità e riciclaggio sostengono il progetto. Diverse le serie di rigenerate, sebbene presenti anche bici nuove. Gli obiettivi investono il campo dell’estetica, della funzionalità, della meccanica. E poi si trovano piante sorrette da componenti del mezzo privilegiato da Bici&Radici.
Camere d’aria frangiate che contengono docili piante grasse; fanalini che permettono un’esibizione fresca del vegetale per formare un composto dal nome significativo “lampagrassa”. L’unione tra questi due mondi è talmente immediata e predestinata da essere visibile anche in un particolare di non secondaria importanza presente nei fanalini delle biciclette: in essi sono infatti praticati, già nella loro originaria produzione, due fori, perfetti per la funzione di vasetto che andranno a svolgere. Inoltre il materiale con cui sono formati, l’alluminio, trattiene troppo il calore e dunque determina una selettività nella scelta della pianta: piante grasse e non altro genere floristico.
Il negozio che ospita l’attività di Stefania e Marco si affaccia su Piazza Morbegno, a Milano. Il loco in questione, ci racconta Stefania, è rimasto chiuso per circa una ventina d’anni. Secondo diverse fonti, in passato è stato sede di una vecchia merceria. Da circa due anni l’abitacolo ha preso nuova vita, rivitalizzando una strada che per lunghi anni è stata caratterizzata da vuotezza e oscurità. Il processo di rinascita ha coinvolto anche un discorso di arredo urbano. Infatti si trovavano appena sotto il livello del marciapiede carrettini di legno con fiori e piante a coronarne la struttura e diversi vasi decorativi. Purtroppo, la violazione di aver posto gli oggetti fuori dal marciapiede, ha causato l’intervento dei vigili urbani, chiamati con una lettera di reclamo. Ma appena fuori dalla bottega vasi e fiori continuano ad accogliere lo sguardo spaesato dei passanti di turno, che posano i loro occhi sui colori e le forme aggraziate per concedersi qualche minuto di bellezza. Mentre discorrevo con Stefania è entrato un signore che, con esplicita espressione di meraviglia sul volto, chiede: “posso dare un’occhiata?” Uscendo poco dopo dal negozio con un l’acquisto di una fragile piantina da accudire e un’aria più spensierata sul volto.
“Spesso arrivano persone che si divulgano in particolareggiate conversazione, specialmente anziani, magari amanti del verde, dell’orto, della coltivazione. Molti avranno un’esperienza alle spalle che li pongono in una condizione di informatori preziosi, che contribuiscono alla crescita del negozio. Sono anche i giovani ad intrattenersi con dialoghi imperniati sulla coltivazione. A pensarci bene, manca l’individuo di età intermedia, estraneo a questo mondo”.
Nella bottega Bici&Radici vengono svolti anche diversi laboratori, proposti stagionalmente., quattro volte circa all’anno. Questa prospettiva si inserisce nel tema e idea generale della vita delle piante, nel sapere conoscere la loro crescita. È un approccio coerente con quanto viene affrontato. Sono proposti corsi anche per la costruzione di vasi al tornio.
Perché la forma mentis seguita è sempre quella dell’artigianalità. È una linea costante, mantenuta viva anche da un sistema mutuale attuato dai titolari della bottega che si rivolgono a conoscenti e amici attivi in diversi ambiti dell’artigianato. Vasi in terracotta, lavorazioni all’uncino…
Anche durante i laboratori viene coinvolta la parte manuale; bancali in legno per orti verticali, casse da frutta per orti impilabili…In negozio è presente anche una piccola biblioteca per permettere la consultazione dei libri in dotazione, grazie al possesso di una tessere “soci”. Non c’è orto senza il concetto di fertilizzante. E anche nella Bottega del verde e dei pedali ci si intende di prodotti per aiutare la crescita e lo sviluppo delle piante. Viene sfruttata una piccola selezione di insetticidi e di fertilizzanti naturali. Naturali, per non inquinare. Biciclette, per non inquinare. Sostanze, come il concentrato di bucce di agrumi (limonene), per la pulizia delle bici, per non inquinare. È una formula, un’etica del lavoro incrementata anche da prezzi ancora calmierati.
Il tutto, all’interno di un discorso Made in Italy. Ma poi, c’è anche il considerevole tema dell’emancipazione e dell’abbattimento di schema. Viene citata Alfonsina Strada, prima donna inserita nel giro d’Italia e nelle competizioni maschili di ciclismo. Siamo negli anni ‘10 e ‘20…la bicicletta è stata anche strumento di emancipazione sociale, di parificazione tra la donna e l’uomo. Un approccio libero e spensierato come all’interno della bottega Bici&Radici è sintomo di un ideale forte ed espanso.
Una piccola curiosità: il tandem parcheggiato fuori dal negozio, in noleggio a 25 euro al giorno, è stato utilizzato da alcuni amici di Stefania e Marco, legati al movimento Critical Mass, per un viaggio da Milano a Molfetta. Circa 845 km di viaggio, inaugurato con il nome MIMMO, per la prima impresa in tandem di così tanti kilometri.
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Foto e testo di Chiara Mura