SMILE è una tecnica che permette di eseguire un intervento mininvasivo.
Prendere gli occhiali dal comodino al mattino, appena alzati, per lasciarli solo la sera, prima di andare a dormire. Per molte persone questi sono gesti quotidiani, quasi automatici, a cui non si fa più caso. Non appena si ha l’occasione di indossare un paio di lenti a contatto ci si accorge immediatamente di quale sensazione di libertà si può godere senza dover indossare delle lenti correttive. Oggi questa sensazione può diventare definitiva, per tutte le tipologie di difetti visivi, grazie ai progressi delle tecniche d’intervento, che offrono una notevole efficacia nella correzione, con un tasso di rischio molto limitato e problemi di tollerabilità trascurabili.
Ma come funziona la chirurgia refrattiva, e chi ne può beneficiare?
Abbiamo approfondito la questione con un chirurgo oculista con una grande esperienza maturata in questo campo, il dottor Marco Fantozzi, di Pescia, in provincia di Pistoia che opera a Pisa presso Casa di Cura San Rossore ed è tutor di Ultralaser (www.ultralaser.it)
La chirurgia refrattiva è quella branca di oculista che si occupa della correzione dei vizi di refrrazione miopia astigmatismo ipermetropia e presbiopia e può essere fatta tramite una correzione laser corneale o interna all’ occhio con iol fachiche e lensectomia con uso di iol premium- spiega Marco Fantozzi
L’ultima novità in ordine di tempo è rappresentata dalla tecnica SMILE, acronimo di Small Incision Lenticule Extraction, sviluppata per rendere l’intervento il più possibile minivasivo.
“Si tratta sostanzialmente di una procedura per scolpire all’interno della cornea una minuscola lente a contatto, chiamata lenticolo, mediante un laser molto sofisticato, denominato laser a femtosecondi, che emette impulsi che durano milionesimi di miliardesimo di secondo”, ha puntualizzato il dottor Fantozzi. “Una volta intagliato, questo lenticolo viene estratto da un’incisione lunga solo due millimetri, quindi senza produrre un flap come nella LASIK: la cornea in sostanza non viene praticamente tagliata, e questo permette di rispettare al massimo la sua anatomia e la sua dinamica rispetto alla femtolasik; un altro grande vantaggio della tecnica SMILE è che non vengono tagliati i nervi corneali, garantendo una netta diminuzione della sintomatologia da occhio secco, che può insorgere dopo gli interventi convenzionali”.
Un aspetto importante da sottolineare è che ormai si tratta di procedure robotizzate, in cui la manualità del chirurgo è aiutata da appositi software che comandano l’azionamento del laser. Ciò va a tutto vantaggio della sicurezza, perché si riduce al minimo il rischio di eventi avversi. Inoltre, non ci sono particolari problemi di tollerabilità, per l’assenza di dolore e per i tempi di recupero decisamente contenuti. Nel mondo sono stati effettuati circa 2 milioni di interventi con la SMILE, che quindi ormai può essere considerata una tecnica standard.
“Al di là dei dettagli tecnici sulle procedure, ciò che mi preme sottolineare è che la chirurgia refrattiva ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi anni soprattutto per le indicazioni terapeutiche: ora possiamo correggere quasi tutti i difetti di vista”, ha spiegato il dottor Fantozzi.
L’ intervento è indicato per la miopia, cioè il difetto di vista da lontano; e per correggere l’astigmatismo, che comporta una minore nitidezza delle immagini a causa della superficie corneale deformata.
“Il punto importante è selezionare attentamente il paziente– ha commentato il dottor Fantozzi. “l’indicazione per tutti è quindi di rivolgersi a un chirurgo oculista con una comprovata esperienza in questo campo che, dopo un’approfondita visita, saprà indirizzare il soggetto verso l’opzione chirurgica più idonea alle caratteristiche del suo occhio”.
Gli unici limiti all’intervento di chirurgia refrattiva sono le diottrie: non più di 10 per la miopia e non più di cinque per l’astigmatismo. Il limite inferiore è invece la mezza diottria.
di redazione digital
17/02/2020