Parola di Mr. What Women Want
Ci sono donne e donne.
Quelle adulte, determinate, che si sono guardate dentro durante la crescita e hanno capito quello che vogliono.
Ci sono quelle che vogliono famiglia; dichiaratamente. Quelle che quando hanno deciso ti guardano in faccia e senza mezzi termini ti dicono “Ciccio; io ho trent’anni, e il mio orologio biologico sta scattando; voglio due figli, un cane, un trilocale e un marito che mi ami; posso anche lavorare ma fondamentalmente io voglio una famiglia. Vedi tu.
Donne degne di grande rispetto e ammirazione; primo perché hanno un progetto chiaro in testa, e secondo perché te lo dicono in faccia; e ormai lo sappiamo, agli uomini bisogna parlar chiaro. Certo non significa che la risposta sia sempre “sicuro amore, sposiamoci domani”, perché se “lui” non è dello stesso parere non andrete lontano. Ma in ogni caso, sarete state chiare e avrete sempre il suo rispetto.
Ci sono quelle che scelgono il lavoro, e quelle che vogliono tutto; sono in carriera ma cercano anche di portare avanti una famiglia; dei veri e propri trampolieri sociali; sono quelle che mettono il Blackberry tra la guancia e la spalla mentre vestono i bambini al mattino, si truccano in macchina, e a pausa pranzo vanno a parlare con le maestre. Supereroine della quotidianità.
E poi ci sono quelle, poche ma rumorosissime, che “chissà perché capitano tutti a me” e che “di uomini giusti non ce ne sono, e se ce ne sono, sono tutti occupati”, sognatrici dell’irraggiungibile, perennemente in cerca dell’amore impossibile. Di queste alcune hanno davvero sfortuna intendiamoci, ma almeno cinque su dieci sono anche quelle che “chissà perché quando esco con un bravo ragazzo, carino, simpatico e gentile, non mi dice molto, poi trovo quello che ha scritto in testa “sono uno stronzo” e appena mi sorride mi sento bollire il sangue.”
Oggi parliamo proprio di questa categoria.
Dunque: tra i tredici anni e i diciannove, o se vogliamo esagerare tra i quattordici e i venticinque, è più che normale si desideri “l’angelo biondo” dagli occhi azzurri e il sorriso beffardo, bello e maledetto, che in sella alla moto ci porta via verso il tramonto, o il rocker ambiguo e sempre ubriaco “…ma io lo amo!”; fa parte del percorso di crescita femminile. Ma ad un certo punto le esigenze mutano, e con loro anche i gusti; da adulta una donna tende a cercare meno il bello e dannato, che tutto sommato con l’età comincia a diventare anche un tantino ridicolo e fuori contesto, per indirizzarsi verso l’uomo “finito”, solido, equilibrato e che comunica sicurezza.
Se però superati gli “enta” e magari anche raggiunti gli “anta” si cerca ancora il simil-tronista palestrato, lampadato, giacca blu e camicia bianca slacciata, lo zigomo tagliato, il jeans che fa venire l’orchite e il mocassino uguale alla cintura, beh, la possibilità di entrare nel circolo vizioso del “perché gli stronzi capitano tutti a me” diventa pericolosamente alta. E questo per una ragione molto, ma molto semplice: gli uomini stronzi “tout court” non esistono, gli stronzi sono solo uomini ai quali non interessa nulla di voi; proprio per questo sono stronzi, o meglio riescono a fare gli stronzi.
Da questo punto di vista i maschi sono tutti uguali. Al contrario, più quello stesso stronzo è autenticamente interessato a voi, meno tenderà ad essere stronzo, diventando quel bravo ragazzo che però, purtroppo, proprio perché pulito, carino, sensibile ed interessato, insomma non stronzo, non vi interessa.
Trattasi, evidentemente, di circolo vizioso.
Quindi, se vi imbattete in uno stronzo ogni tanto, tra una storia e l’altra, passi; ma se vi capita un po’ troppo spesso, e magari non siete più propriamente teenager, c’è anche la concreta possibilità che, in fondo in fondo, più o meno inconsciamente, siate voi a non volere di più di quel poco che (sapete benissimo) potrà darvi “lo stronzo”.
E non c’è niente di male.
Basta però non piangere lacrime di coccodrillo, mi raccomando.
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