La lussuosa città Emirata ci ha abituato, nel corso degli anni, a innovazioni tecnologiche fuori dal comune.
Ma, alla polizia di Dubai, non basta più l’avanzatissimo sistema di trasporti extra-lusso di cui dispone (tra le tante ricordiamo Lamborghini, Ferrati e Bugatti).
Infatti, nel corso degli ultimi giorni, sono cominciati i primi test e addestramenti degli agenti emirati ad una nuova e sconvolgente tecnologia: hoverbike, “squisitamente” tradotta in italiano come “moto volante”.
Dal Grande schermo alla realtà.
Chi di voi, guardando un grande classico come “Ritorno al futuro” o la visionaria opera di Ridley Scott, “Blade Runner” non ha immaginato, anche per un solo momento, di ritrovarsi immerso in quella realtà fatta di tecnologia avanzatissima, robot replicanti e macchine volanti?
Bene, ricordate quel momento? Secondo gli esperti siamo molto vicini.
Perlomeno ai trasporti volanti.
La profezia di Henry Ford. Era il 1940 quando il lungimirante Henry Ford si faceva carico di una dichiarazione che, al tempo, pareva una corbelleria. Queste le sue parole espresse, ormai, quasi ottanta anni fa: “Ricordatevi le mie parole, una combinazione di un aereo con un’automobile è imminente”.
Chi c’è dietro?
Sono tante, tantissime le aziende ih-tech che lavorano da decenni ad innovazioni del genere. Tra le tante citiamo quelle che negli ultimi anni ci sono andate più vicine (e continuano a lavorarci): Uber Elevate. Dopo aver scombussolato, rivoluzionato e imposto un nuovo sistema di trasporti taxi e di noleggio auto, Uber sta lavorando al lancio del suo taxi volante, previsto per il 2020
Sappiamo anche che Google ha un progetto top-secret brevettato da Larry Page, uno dei fondatori, che lavora da tempo alla sua auto volante a decollo verticale. A riguardo però si sa ancora pochissimo.
Ma la polizia di Dubai non sta addestrando i suoi agenti sulle tecnologie di queste compagnie, bensì sui mezzi prodotti dalla compagnia californiana Hoversurf. Azienda che opera in una direzione nuova, in un “nuovo stadio dell’evoluzione” e che, cominciando dai primi droni, ha lavorato con insistenza sull’intelligenza artificiale visiva delle macchine al fine di rendere possibile l’impossibile e, a detta loro, salvare l’ambiente dall’inquinamento.
Il nuovo mercato in cui opera questa compagnia è detto eVTOL: electrical vertical take-off and landing e, francamente, sembra quella più avanti con i progetti, infatti, le Hoverbike dovrebbero essere operative già nel 2020.
Il prodotto
Il veicolo (S3 2019) ha delle proprietà importanti. Ha un peso stimato di circa 113 kg, una capacità di elevazione da terra di 5 metri e può raggiungere i 95 k/h.
Si lavora molto sull’alimentazione, per adesso, a batteria a litio che avrebbe un’autonomia di 10-25 minuti con il pilota in sella e di 40 in modalità drone senza conducente.
Hoversurf ha anche ricevuto l’approvazione per il progetto dalla “FAA” (Federal Aviation Administration): organo governativo statunitense incaricato di regolare e sovrintendere a ogni aspetto riguardante l’aviazione civile.
Chiunque può ordinare una S3 2019 Hoverbike per la “modica” cifra di 150.000$.
Un vero affare, no?
di Pasquale Tripepi