A Milano, Alda Merini c’era. Girava per il suo quartiere con la sigaretta in bocca, immersa nel suo mondo di poesia. Così la ricordano i tanti che hanno avuto modo di frequentarla, a casa sua, sui Navigli, o in alcune delle sue tappe cittadine, da un editore o a un reading di poesie.
Un posto dove la si incontrava spesso, per esempio, era negli uffici di Vanni Scheiwiller, seduta nell’anticamera a commentare la vita che passava da qualche stanza. E a scrivere poesie, tante poesie, di quelle che proprio Scheiwiller le aveva pubblicato per primo, negli anni ’50,prima del manicomio. Oppure la si trovava con Alberto Casiraghi, il mitico Pulcino di Osnago, che con lei aveva fatto libretti a centinaia, tutti allegri, come solo lui sa fare. La sua amicizia con Scheiwiller (che è stato anche il suo primo editore) e Casiraghi fa sì che è come se l’avesse conosciuta da vicino anche lui. E così, quando Simone Bandirali, gli ha proposto di omaggiarla nei dieci anni dalla morte, non ha avuto il minimo dubbio. Tanto più che l’idea era davvero particolare: portare a Milano una ventina di ritratti di Luciano Perolini, sconosciuto pittore cremasco che nel tempo l’ha ritratta tante volta senza conoscerla. Una dedizione così particolare da meritare sicuramente una mostra in autonomia.
E quindi eccoci qua, a celebrare la poetessa più nota del nostro Novecento riguardando le sue fattezze riprese con una precisione che mette persino i brividi dove gli sfondi monocromaticifanno da ideale controcampo a una poesia che non ha mai smesso di accompagnarci. Ma poi la vita di una donna di lettere si celebra a parole. E quindi, a coronamento della mostra,ecco due iniziative di parola: a la Kasa dei Libri in largo de benedetti 4 a Milano, il 14 giugno alle 13 con Alberto Casiraghi-editore di Pulcinoelefante e“responsabile” dell’incontro tra la poetessa e Simone Bandirali. Alberto Casiraghi racconterà al pubblico la componente più umana e personale della poetessa; la loro amicizia non si esauriva davanti alla macchina tipografica anzi, entrambi erano più a loro agio davanti a un bel risotto fumante per chiacchierare in libertà. Il 19 giugno invece Irene Grazioli leggerà una selezione di poesie. Chissà che ascoltando le sue parole e guardando i quadri esposti, il pubblico non riesca ad attenuare un po’ di quella mordente nostalgia che accompagna chi l’ha conosciuta da quando se n’è andata.
di Sofia D’Altrui
7/06/2019