Giornata donne e ragazze nella scienza: Save the Children, le materia scientifiche e tecnologiche a scuola appassionano e incuriosiscono il 54% delle adolescenti ma continuano ad essere percepite come poco adatte a loro. Contrastare gli stereotipi di genere per facilitare l’accesso delle ragazze alle facoltà STEM.
Le ragazze intervistate pensano di poter dare un contributo concreto alle grandi sfide del futuro, quali l’invecchiamento della popolazione (34%), la produzione di energia sostenibile (31%) e la diminuzione delle emissioni inquinanti dei mezzi di trasporto (27%).L’Organizzazione diffonde un video inedito con le testimonianze delle ragazze e sottolinea come il loro apporto nelle scienze sia importante per le sfide della transizione ecologica e digitale e la presenza di donne nella scienza e nella ricerca possa aiutare a raggiungere almeno 4 degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
Imparare cose nuove, scoprire, sperimentarsi, nonostante il mondo attorno continui a guardarti con scetticismo, perché la scienza è più adatta ai “maschi” che alle ragazze. Tutti e tutte possono fare il lavoro che sognano e solo studiando le scienze si può salvaguardare la salute delle persone e del pianeta. A testimoniarlo sono alcune ragazze di uno dei “Punti Luce” di Save the Children che si confrontano sulle materie scientifiche e tecnologiche in un video diffuso oggi da dall’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini e garantire loro un futuro, in occasione della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza che si celebra in tutto il mondo l’11 febbraio.
Nel 2021, in Italia le immatricolazioni universitarie registrano un aumento delle donne iscritte alle facoltà STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). Il nostro paese si attesta al 22% delle ragazze che scelgono corsi scientifici sul totale delle iscritte[1]. Pur registrando un aumento in particolare per le immatricolazioni in informatica e tecnologie ICT (+15,74%),le materie scientifiche continuano ad essere percepite dalle ragazze come “poco adatte” a loro, sebbene – in base all’ultima ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children –appassionino e incuriosiscano il 54% delle adolescenti a scuola[2].
“Cresce tra le bambine e le ragazze, in Italia e nel mondo, la consapevolezza del loro valore e del contributo che possono dare in ambito scientifico. L’acquisizione di una piena “cittadinanza scientifica” è considerata oggi da molte come un diritto fondamentale per rispondere alle sfide ambientali e della salute. Tuttavia il divario di genere è molto presente e si radica, sin dai primi cicli di istruzione, negli stereotipi, ancora oggi diffusi, che vorrebbero le ragazze poco portate verso le materie scientifiche e che bloccano sul nascere i loro talenti” dice Raffaela Milano Direttrice dei Programmi Italia- Europa di Save the Children.
“Gli investimenti del Piano nazionale ripresa e resilienza rappresentano una occasione unica per fare un deciso cambio di marcia, l’occasione per sostenere e far fiorire i talenti scientifici delle ragazze che vivono in Italia. Servono interventi mirati, quali piani formativi e doti educative, per promuovere tra le bambine e le ragazze – a partire da quelle che vivono nei contesti più svantaggiati – l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità in tutti i settori: nella matematica, le scienze, l’ingegneria e le tecnologie digitali. Solo così sarà possibile ribaltare il paradigma che di fatto rappresenta il mondo scientifico come appannaggio solo degli uomini” prosegue Raffaela Milano.
Save the Children sottolinea come occorra incentivare la partecipazione delle ragazze al mondo scientifico perché sarà il primo passo per riconoscere il ruolo delle donne e delle ragazze nella scienza, non solo come beneficiarie, ma anche come agenti di cambiamento per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030.
Di questo sono ben consapevoli anche le ragazze in Italia, che infatti pensano di poter dare un contributo anche alle sfide più importanti che la scienza si troverà a dover affrontare nei prossimi 10 anni quando, si spera, la pandemia causata dalla diffusione del covid-19 sarà un lontano ricordo. Tra le tre principali sfide, la prima è quella dell’invecchiamento della popolazione (lo pensa il 34% delle adolescenti), seguita dalla produzione di energia sostenibile (31%) e infine la diminuzione delle emissioni inquinanti dei mezzi di trasporto (27%).
“L’accesso delle bambine e delle ragazze a materie scientifiche e tecnologiche è fondamentale oggi per far progredire la nostra società: l’uguaglianza di genere, anche nella scienza, è cruciale per perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare quelli che riguardano la salute e il benessere, l’energia pulita e accessibile, il consumo e produzione responsabili e la lotta alla crisi climatica” conclude Raffaela Milano.
Il rapporto tra ragazze e mondo della scienza e della tecnologia verrà approfondito venerdì 11 febbraio alle 17 in una diretta sul canale Instagram di Save the Children, alla quale parteciperanno Antonella Inverno, Responsabile politiche Infanzia e Adolescenzadell’Organizzazione, Roberta Villa giornalista e direttrice del sito web UPPA e Donata Columbrodata journalist. A moderare l’evento sarà l’attrice e testimonial di Save the Children Caterina Guzzanti.
Save the Children è impegnata affinché tutti i bambini e le bambine abbiano le stesse opportunità e diritti, siano protetti, abbiano pari accesso all’istruzione, alla salute e alla nutrizione, e crescano in ambienti sicuri in grado di fornire loro equo supporto. A questo fine Save the Children porta avanti interventi sul campo, in diverse aree del mondo, volti a scardinare le cause profonde della diseguaglianza di genere, promuovendo l’empowerment delle donne e delle ragazze e approcci trasformativi che permettano – con il coinvolgimento delle comunità e delle istituzioni – di modificare i comportamenti, le norme e le politiche discriminatorie nei loro confronti. Porta avanti inoltre un lavoro di advocacy per influenzare i processi e i fora globali, quali ad esempio il G20, per promuovere l’uguaglianza di genere, investimenti e accountability verso le bambine e le ragazze ed assicurare così che le loro voci e le loro richieste siano ascoltate.
di redazione digital
12/02/2022