Ci sono donne che non parlano molto, soprattutto all’inizio. Donne che per capirle devi guardarle dentro; che non si fanno vedere da tutti e che, in effetti, non sono per tutti. Donne a cui devi chiedere il permesso, delicatamente, o non ci arriverai mai.
Ma se ti avvicini, se te lo lasciano fare, e se per un attimo ti fermi trattenendo il respiro per non sentire niente al di fuori di loro, se hai il coraggio, la voglia e la passione di guardarle negli occhi, ti accorgi che dentro c’è un angolo di mondo. Ti accorgi che quegli sguardi parlano, pesano, e ti investono di un vento caldo che ti avvolge completamente, dalla testa ai piedi, senza mai toglierti il fiato; anzi, ti regalano la serenità suprema, quella che appartiene soltanto al ventre materno.
E poi quegli occhi raccontano. Raccontano di una vita sentita un giorno dopo l’altro, di sensazioni che si sono rincorse, raccontano di emozioni vissute in prima persona, di sospiri cercati, sognati, di attese, di cuori palpitanti, di delusioni, di lacrime. Di cadute e di rinascite. Un passo dopo l’altro. Con i lividi nell’anima e qualche volta sul corpo, nascosti a volte dietro ad un filo di trucco, altre volte sotto a vere e proprie maschere. Ma ogni ruga ha una storia, ogni macchia sulla pelle un senso. E loro li ricordano tutti. Uno per uno. Senza mai sbagliarsi. Le donne ricordano. Perché i ricordi di una donna hanno plasmato il cammino che l’ha resa proprio quell’individuo che sta dritta davanti a te, stupido uomo che la guardi; li, occhi negli occhi, viso a viso, respiro contro respiro. Orgogliosa e bellissima. E’ come guardare dentro a un caleidoscopio. Per questo ogni donna è unica.
C’è chi non ha mai smesso di sognare, anche se la vita ci ha provato a piegarla; coloro a cui invece la bellezza ha tirato un brutto scherzo, e ne ha intossicato i pensieri e l’equilibrio. Ci sono donne che, per tutta la vita, conserveranno un sorriso di bambina capace di disarmare chiunque, ed al quale non si resiste. Qualcuna, purtroppo, è crollata sotto le troppe sassate della vita; qualcuna non riesce ad uscire dalla spirale della solitudine. Ed è un dispiacere immenso.
Ma di solito no; di solito le donne i sassi li raccolgono, uno per uno, e ne fanno le basi sulle quali costruire una donna più solida, consapevole e adulta. Migliore. E questo è un vero miracolo.
E infine ci sono quelle che a qualsiasi età si buttano, per necessità e per scelta, perché in qualche posto dell’anima sono convinte che sia giusto così, nonostante tutto.
E a noi, non resta che continuare a guardarvi, che provare a capirvi, quasi sempre senza riuscirci. Non ci resta che esserci, un passo indietro, spesso ubriachi di colori e di profumi, ma sempre senza mai staccare lo sguardo da ciò che, in fondo, sappiamo contare di più in questa vita.
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15/9/2015