Lo scorso 16 Luglio, 100 Home Stager provenienti da tutta Italia, tra cui la sottoscritta, si sono riuniti a Milano per la prima Convention Nazionale.
Organizzato dalla web community Home Staging Lovers, il meeting si è rivelato una preziosa occasione per fare il punto dello stato dell’arte di questa professione emergente, sbarcata in Italia dagli Stati Uniti e ormai diffusa in molti Paesi europei, che conta nel nostro Paese già qualche centinaio di specialisti.
Interessante, direte voi, ma di cosa stiamo parlando?
Cos’è?
Vediamo meglio cosa fa l’home stager: “stage” significa palcoscenico e, di conseguenza, realizzare un “home staging“ consiste letteralmente nel creare un ambiente scenografico per la sola durata della permanenza di un immobile sul mercato. Ricorrendo ad una similitudine che uso frequentemente per spiegare di cosa mi occupo, l’Home Stager è il vetrinista delle case.
“Ho capito,l’ho visto in tv!”. Già, la casa è uscita dai magazine specializzati per raggiungere i palinsesti televisivi: non si contano i programmi che presentano history case di immobili preparati per la vendita, ma quanti proprietari italiani sanno di poter trovare anche da noi professionisti in grado di aiutarli a lanciare la loro proprietà sul mercato?
Ambienti malconci, prezzo esagerato, arredamento cheap, c’è sempre una causa per una casa invenduta. Gli acquirenti non comprano quello che immaginano, ma quello che vedono: un appartamento in vendita è un prodotto come un altro (solo molto più costoso), che deve “battere la concorrenza”. La presentazione di una casa deve dunque distinguerla dalle altre proprietà e renderla memorabile; se il futuro inquilino visiterà un’abitazione accogliente, ne manterrà un ricordo positivo e le probabilità di vendita aumenteranno.
Come funziona?
E’ essenziale che l’ambiente sia immediatamente piacevole ed accattivante: l’intervento di staging mira quindi a dare nuova luce e maggior respiro ad un’abitazione, spersonalizzandola, eliminando il superfluo, migliorando la distribuzione degli spazi, riparando piccoli guasti, il tutto con tempi e budget ridotti.
Trasformare il brutto anatroccolo in un cigno si può. La missione è allestire piccole scenografie per suggerire le destinazioni funzionali e la fruibilità dei diversi locali, creando uno stile neutro che metta in risalto i punti di forza dell’alloggio.
L’obiettivo finale, emozionare ogni possibile acquirente: quelle stanze non sono solo un insieme di superfici e pareti, ma uno stile di vita ed è importante che le persone possano proiettare la loro prossima “casa” all’interno delle mura che stanno visitando. Far sognare chi compra significa vendere!
Arrivederci, care amiche, a Settembre.
Simona Ferri
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11/8/2015