Buongiorno amici,
domenica scorsa le scuole di Pole Dance Area hanno festeggiato la fine dell’anno accademico alla discoteca Peugeot Bobino di Milano.
Sedotti e seduttrici
15 spettacoli selezionati, assieme alle allieve veterane si sono esibite le debuttanti, alcune in un assolo dopo pochi mesi di scuola ma già promettenti, altre in coppia, infine lo straordinario gruppo delle nostre ragazze di Carugate che ha chiuso la serata con lo spettacolo “L’Harem di Tutankhamon”. Nessuna professionista, tutte dilettanti con mariti, figli, genitori, amici e colleghi tra il pubblico che ne è rimasto affascinato! Alcune di loro sono state avvicinate durante la serata da intraprendenti PR di altre discoteche milanesi a caccia di nuove artiste da “avviare” nel mondo della notte. Mentre io ho ho colpito particolarmente un anziano, mentre me ne stavo tranquilla a sorseggiare il mio drink, che mi ha chiesto se lavorassi per qualche agenzia perchè in caso contrario conosceva “uno” che ha un’agenzia e che cercava…
Sono ovviamente molto divertita!
Da una parte vorrei elogiare quanto meriterebbero le ragazze per il loro impegno, l’amore e la passione che hanno dimostrato, è stata una serata meravigliosa, ricca di soddisfazioni per tutte! Dall’altra parte, vorrei soffermarmi su quei “fuori programma” che si verificano quando più dimensioni si incontrano:
La pole dance, la discoteca, le donne in abiti succinti, ma non donne comuni! Sono donne che stanno diventando forti, che una volta “grandi” imparano a dominare la propria forza, a controllare i propri movimenti che tornano dolci, sensuali, femminili e che spesso vengono fraintese da un pubblico superficiale. Ognuna nel proprio percorso soggettivo ed unico può essere fonte di ispirazione, complice e complementare per le compagne. Esibirsi pubblicamente è una sfida innanzitutto personale contro se stessa da vivere intimamente, è il momento in cui tutti i dubbi le paure le domande trovano risposta e a beneficiarne è la propria autostima.
È un sogno ovattato pieno di luci, musica, sorrisi e complimenti in cui ad un certo punto… si avvicina l’anziano e si propone come manager di una fanta-agenzia di un amico che potrebbe cercare ragazze ma bisogna andare di persona per farsi vedere poi magari fare un provino perché un altro deve decidere se vai bene o no ma poi le foto le hai? No perché servono le foto, ma foto professionali, no perché parliamo di professionisti che se ne intendono di donne se hai bisogno di lavorare… Ahaha!!!
Alt!
“Scusa, mi fai bere il mio cocktail in pace, ti sposti e mi fai guardare lo spettacolo delle mie amiche?” Ma c’è ancora chi ci casca??
Tornando alle nostre stelle!
Le ultime settimane sono trascorse al ritmo di prove e riprove delle coreografie, emozioni ed ansia che hanno portato a non sopportare più le musiche ascoltate e riscoltate decine di volte, sulle quali le allieve hanno vissuto momenti di sconforto in cui si saranno chieste “ma chi me lo fa fare?!” e collezionato oltre ai lividi, abrasioni, stiramenti e contratture anche tanta sana esperienza!
La parola alle stelle
Chi sono, cosa fanno nella vita, cos’ha rappresentato per loro il saggio di fine anno? Ho raccolto le loro testimonianze e lascio a loro la parola augurandomi che siano di incoraggiamento per tutti coloro che stanno combattendo la loro lotta con la propria autostima!
Laura Antonella, 30 anni, sales manager estero in showroom multibrand
“Questo saggio ha assecondato mia voglia di mettere alla prova me stessa, sconfiggere le mie paure ed insicurezze con la mia forza, la mia voglia di emergere, di respirare, di andare oltre i miei limiti, di condividere un momento magico per me anche con le mie compagne!”
Stefania 34 anni, impiegata in un’agenzia immobiliare
Il saggio è stato un punto d’ arrivo dopo una preparazione durata mesi di fatica (almeno per me) e anche sacrificio… A volte ho pensato “stasera non ho voglia, sono stanca! quasi quasi salto”, ma la voglia di raggiungere l’ obbiettivo era più forte di qualsiasi altra cosa. L’ esibirsi e’ stato esageratamente emozionante, non ci dormivo la notte pensando a come sarebbe stato. La cosa a cui tenevo di più era “non deludere la mia insegnante! Dev’ essere fiera di noi” Per me è stata la prima volta… Beh, non vedo l’ora che arrivi la seconda”
Emanuela 33 anni, addetta vendita
“È stata occasione per metterci alla prova, un momento di orgoglio per convincerci che volere è potere! Personalmente non mi sarei mai aspettata da me stessa di esser costante e avere la voglia e l’entusiasmo di andare avanti malgrado gli impegni familiari economici ecc”
Monica 27 anni, impiegata
“È stato un modo x mettermi alla prova e x vincere le mie insicurezze!”
Caterina 29 anni, project manager in un’agenzia creativa digitale
“Mi alleno con Monica e siamo due sceme patentate. Beh è bello mettere in pratica quello che si fa durante l’anno, perché ho trovato delle amiche lì e mi piace concludere un anno insieme con un bello spettacolo. Inoltre è un modo anche per confrontarsi con le altre e mettersi un po’ alla prova”.
Ketty 41 anni, impiegata contabile in un’agenzia di assicurazioni.
Il saggio ha rappresentato il raggiungimento di un obiettivo! Ci si mette alla prova cercando di superare alcuni “paletti” come la forza e la resistenza fisica o semplicemente caratteriali come la timidezza. Ti metti in gioco e cerchi di costruire qualcosa che ti rappresenti e ti realizzi ma soprattutto hai voglia di fare qualcosa di speciale che esca dagli schemi della vita quotidiana. Diventi spettatrice di te stessa e quando riesci a concludere la “coreografia” e ti rendi conto di esserci riuscita, ti piace, ti soddisfa……allora hai raggiunto il tuo obiettivo. Conclusioni, è stato tutto molto bello, divertente, creativo, faticoso e appagante….e ti fa desiderare di andare avanti per imparare altre cose….quindi!!! Al lavoro per il prossimo saggio!!!!”.
Julia 23 anni, sales assistant
“E’ stata una tortura gratificante perché abbiamo messo insieme tutti gli esercizi imparati durante l’anno e ti porta a voler imparare di più”.
Marzia Andrea 26 anni, geometra
“Pole dance per me significa andare fuori dagli schemi, vuole dire spingersi oltre le proprie capacità fisiche…oltre ai giudizi degli altri, quando la parola pole dance viene spesso abbinata a lap dance, e quindi associata a qualcosa di malizioso…pole invece è ben altro…un insieme di movimenti che, con piccoli sforzi e passione, diventano arte!”.
Arianna 27 anni, impiegata
“Per me è stato come un ritorno a quando ero bambina: la scelta del costume, la mamma che mi pettina i folti capelli e che mi fa la treccia, la felicità di far parte di un gruppo sorridente ed entusiasmato, la gioia di donare emozioni a chi ti guarda!”.
Sara C. 28 anni, operatrice call center
“Il saggio rappresenta un dono per me ma soprattutto per chi guarda! Un’occasione per poter condividere la mia nuova passione con chi osserva sperando di lasciare qualcosa in ognuno!! Quando ballo mi sento libera di esprimermi e sono felice! Il saggio è un’emozione unica, quell’agitazione che provi, insieme alle tue compagne di avventura, dopo pochi secondi che sei sul palco diventa carica, grinta e tutto diventa perfetto!!! ci sei tu, la tua squadra, gli spettatori ed è il tuo momento! Quel momento in cui cerco di arrivare dritta al cuore della gente e godere della complicità e passione del team!!”.
Federica 24 anni, parrucchiera
“Per me ha rappresentato un traguardo, la dimostrazione finale di tutto il lavoro e l’impegno di un anno, un migliaio di sensazioni concentrate in una sola serata…la nostra serata!! Posso dire di essere fiera e soddisfatta di me e della mia squadra…amo tutto questo!!”.
Viola 33 anni, assistente di progetto
“La conclusione di un anno passato con persone che ora sono come sorelle, con le quali condivido ogni momento della mia giornata tra battute, foto e l’entusiasmo in attesa della prossima lezione di pole. Il saggio è, ad ogni rappresentazione, una sfida contro me stessa. La paura di mostrarsi ad un pubblico e di mettersi in gioco; è guardare la mia insegnante negli occhi e sentire che c’è e che condivide la mia stessa emozione, guardare le mie compagne, sentire l’intesa, pensare di voler scappare 5 minuti dall’inizio dello spettacolo e dirci che ce la faremo.. Che qualsiasi cosa accada.. Si deve improvvisare!”
Sara L. 24 anni operatrice call center
“È stata una soddisfazione personale che ha ripagato gli sforzi fatti durante tutto l’anno! Un modo per far vedere ciò che so fare a chi voglio bene e una “prova” pubblica da superare! Una volta superata la “prova” è stato tutto un turbine di emozioni!”.
Valeria 30 anni, traduttrice
“Passo la maggior parte della giornata davanti al computer a tradurre manuali tecnici e software. In pratica esprimo nella mia lingua qualcosa che è già stato pensato e scritto da qualcun altro in un’altra lingua. Per questo, passatemi la metafora poco ortodossa, ho sempre la sensazione di “sputare qualcosa di già masticato”, di rifare qualcosa di già fatto. Il saggio invece è il momento in cui finalmente mi sembra di creare qualcosa di nuovo, di bello, che prima non c’era, ma che ora c’è”.
Anastasia 34 anni, marketing manager
“Faccio sport praticamente da sempre. Dopo anni di bulimia e incontri piu’ o meno utili con psicologi e nutrizionisti, ho optato per la soluzione fai da te, buttandomi capo fitto nell’attività fisica. Anche quella però era diventata una malattia: corro non per il piacere di farlo, ma con l’occhio sempre attento alle calorie. Nuoto con la fissa del numero di vasche e se sono piu’ stanca del solito e non raggiungo le mie 80 vasche, allora sono una fallita! La pole dance invece mi ha distolto completamente da questo pensiero. E’ il primo sport in cui il mio cervello si concentra sul gesto atletico: in quel momento l’obiettivo non sono le calorie, ma riuscire a fare quella posa, riuscire a tenerla, ma soprattutto a tenerla con eleganza. Il tuo corpo diventa una macchina che si sincronizza e il tuo cervello riflette su: mani; ginocchia; punte!
E magicamente, lezione dopo lezione, il tuo corpo si trasforma, diventa tonico e armonico, ma questa è una piacevole conseguenza, non piu’ il tuo obiettivo. Il saggio è il tuo traguardo, ma anche il tuo esame: in quel momento sei sotto i riflettori, di estranei, ma soprattutto dei tuoi cari. In quel momento, ovviamente vuoi essere bella, ma quello che piu’ conta è che vuoi essere brava.
Si dice che le persone “asociali” preferiscano sport singoli, come la corsa, il nuoto, la pole. Io invece durante il saggio mi sento in famiglia, sento la vicinanza delle mie compagne, che vivono la mia stessa ansia “pre-partita” e il calore delle mie insegnanti, che con uno sguardo e un colpo sulla spalla mi ripetono con gli occhi che tutto andrà bene. Quando tutto inizia l’angoscia scompare, il rumore del pubblico magicamente svanisce e rimani solo tu, il tuo respiro e la musica..se senti la musica e impari a seguirla, lei ti sarà grande alleata. Faccio un lavoro impegnativo, che mi porta a relazionarmi ogni giorno con tantissime persone. Non racconto a nessuno del mio magico sport, nè condivido foto in pose da pole dancer. Non perché mi vergogni di quello che faccio.
Anzi, ne vado fierissima, ma in un mondo dove ancora vige l’omofobia e dove si fanno articoli in prima pagina per raccontare che la prossima Etoile dell’American Ballet sarà di colore, non ho voglia di spiegare alla gente la differenza tra pole dance e lap dance. Non posso cambiare il mondo, ne cancellare l’ignoranza, ma posso educare i miei figli a non giudicare e a mettere sempre impegno, dedizione e tanta passione in qualsiasi sport decidano di fare”.
In attesa di rivederle il prossimo autunno al Peugeot Bobino con il saggio di inizio anno a celebrare le “fatiche estive” vi do appuntamento alla prossima settimana!
Con affetto,
Dana Hesse
Informazioni: info@poledancearea.it
https://www.facebook.com/danahesseOFFICIAL
2/7/2015