Probabilmente tutti noi quando sentiamo nominare il deep web e il dark web proviamo un brivido di inquietudine
Non tutti però sanno che esistono delle differenze tra i due mondi che spesso vengono demonizzati senza neppure sapere davvero cosa siano. Oggi cercheremo di fare chiarezza.
Normalmente per descrivere il web si usa la metafora dell’iceberg: il primo livello corrisponde al web “in chiaro” e comprende tutti i siti e contenuti indicizzati, che si cercano nella quotidianità, facilmente esplorabili attraverso i comuni motori di ricerca. Possiamo considerarla la punta dell’iceberg, quella che normalmente vediamo in superficie se consideriamo che solo il 5% dei contenuti online è indicizzato.
La parte dell’iceberg immediatamente sott’acqua, può essere paragonata al deep web, qui troviamo i contenuti che non possono essere trovati attraverso i comuni motori di ricerca, ma che possono essere trovati tramite un normale browser se si conosce l’indirizzo: i messaggi diretti, le email e le transazioni bancarie. Le pagine internet a cui è necessario autenticarsi o fare il login per accedervi ma anche siti appena nati o quelli privati di atenei o aziende.
Infine c’e il dark web, sottoinsieme del deep web, che può essere paragonato alla parte finale dell’iceberg, quella più profonda. Al dark web si accede solo tramite specifici software che consentono la navigazione anonima: il software più conociuto è Tor, in origine sviluppato dal dipartimento di difesa statunitense per consentire comunicazioni anonime e sicure. Nel 2004 è diventato di dominio pubblico e da allora però è cresciuto anche il mercato nero al suo interno attraverso traffici illeciti di droga, armi, pornografia, è possibile persino assoldare un killer per uccidere qualcuno.
Tuttavia la possibilità di trasmettere informazioni in maniera anonima, paradossalmente rende il dark web un canale di comunicazione molto più sicuro. Per queste ragioni questa rete è utilizzata anche dai servizi di intelligence e dalle polizie i molti Stati.
di Carlo Candidi
16/12/2019