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La femminilità perduta

24 martedì 2015 visualizzazioni:

Parola di Mr. What Women Want

Milano.

Da sempre una delle capitali mondiali della moda.

In quattro piccole vie un’esplosiva centrale operativa del fascino, dell’eleganza, della tendenza, capace di influenzare le donne nel mondo. Un impero economico da undici miliardi di Euro (fonte sito Comune Milano ndr), che cammina a braccetto con una capacità di diffusione penetrante come forse in nessun altro settore, fatta di cartelloni pubblicitari, di decine di magazines, uffici stampa, fashion bloggers, fashion victims, fashion influencers e agenzie pubblicitarie.milano-fashion-milano-vende-moda

Tutto questo per diffondere sapientemente l’immagine di Milano nel mondo come il vero epicentro del gusto, della tendenza, della classe e, naturalmente, della femminilità; perché se Milano è la moda, la moda è donna. Le donne di Milano dunque, sono le più glamourous, le più eleganti, le più sensuali del pianeta. Basta aprire una rivista, accendere la televisione, leggere un fashion blog.

In teoria.

Poi, un giorno come tanti, prendi la metropolitana, e ti accorgi che non è così. Come l’idraulico che in casa propria ha il tubo che perde, Milano esporta moda in tutto il mondo tranne che in casa propria. Perché la vita vera non si trova sulle riviste, nei capannoni superblindati dove le persone normali non entrano o alle sfilate dove tutti sorridono; la vita vera si respira abbassando il finestrino dei tram e guardando fuori; nei supermercati, camminando sui marciapiedi.

E lì è tutta un’altra storia.smalto-smangiato-rovinato

Ed è una storia in cui la femminilità esce tristemente sconfitta, ridotta ai suoi minimi termini. Una storia fatta di vestiti grigi, blu e neri per sei mesi, accompagnati da scarpe basse, con un tacco talmente appena accennato da diventare l’ombra di se stesso; di larghe gonne a fiori fino alle caviglie e maglioni oversize; di osceni occhialoni da vista che nascondono occhi sui quali è accennata un’invisibile ombra di trucco pallido, triste e sbiadito; di smalti e unghie troppo spesso smangiucchiati e capelli tenuti insieme da code, elastici e pinze di plastica, nell’inutile tentativo di nasconderne il bisogno di cura.

E prima di dire di no, per favore, guardatevi in giro.

Certo, direte voi; si lavora molto, il tempo è poco, i soldi anche, e solo per attraversare la città ci vuole oltre un’ora; poi ci sono i mariti, i figli, le incombenze quotidiane, la salute e mille problemi da affrontare. Non è che una donna abbia sempre il tempo ed il denaro che servono per dedicarsi a se stessa.

Vero. Tutto assolutamente vero. Ma il risultato purtroppo non cambia.

ceretta-allo-zucchero-come-farla-in-casa_6289116784a2522430012eda0cc2fda3Vi dirò una cosa; banale come spesso sa essere la verità ma molto, molto vera. Sapete cosa fa un uomo, uno qualsiasi, non appena entra in un ambiente nuovo? Sia esso un’aula di università, un autobus o un vagone della metropolitana? Si guarda in giro e posa lo sguardo sull’esemplare di donna più carino che incontra. Ma non perché sia “un porco”; lo fa per istinto ancestrale, ai limiti dell’involontario, del riflesso condizionato. Come quando uscite e chiudete la porta di casa e poi non vi ricordate se lo avete fatto o meno. Ecco; anche per il maschio è così; in automatico il suo ipotalamo gli ordina di guardarsi in giro e cercare la più carina, anche solo, e semplicemente, per “trascorrere insieme il viaggio”. L’uomo è fatto così; la sua attenzione è attratta per la maggior parte da stimoli visivi. E’ la natura.

E Milano da questo punto di vista è drammatica, perché offre un livello medio di femminilità talmente basso da rendere troppo spesso le donne agli occhi di un uomo, anche quando sono o meglio potrebbero essere carine, gradevoli e piacenti, una pallida e sfuocata versione di se stesse.

Altro che città della Moda.

Sia chiaro; nessuno vi chiede di uscire di casa al mattino come se foste alla cerimonia degli Oscar. Ma per favore, pensateci, e fate quello che potete. In fondo è, prima di tutto, per voi; e se non bastasse sappiate che se lo farete contribuirete a rendere il mondo un posto un pochino più colorato, felice, insomma migliore. Agli uomini in fondo basta poco.

Buona settimana.

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copertina alta definizione

24/3/2015