Dimenticate il fotografo che seppe raccontare la Primavera di Praga con i suoi scatti coraggiosi.
Il Koudelka partito alla conquista del Forte di Bard si propone infatti in una veste inedita, con immagini sì cariche di forza ma di una forza diversa, silente e riflessiva.
Non la variopinta umanità da sempre protagonista delle sue immagini, ma siti archeologici della cultura romana e greca in tutta la loro malinconica regalità: questi sono infatti i soggetti degli scatti raccolti nelle sette sale delle Cannoniere.
“Josef Koudelka, Vestiges 1991 – 2014” può essere così definito come una sorta di diario di bordo del viaggio che il fotografo ceco iniziò sul finire del XX secolo e che lo ha portato ad attraversare venti Paesi affacciati sul Mediterraneo e oltre duecento siti archeologici greci e romani.
Viaggio non ancora terminato il cui fine ultimo non è quello di proporsi come documentazione storica fine a sé stessa, ma catturare l’essenza di luoghi ricchi di storia e di memoria, immortalandone la potente ed eterna bellezza.
Se l’atmosfera solenne e l’allestimento minimale già di per sé evocano l’idea di camminare tra antiche rovine, il rincorrersi del bianco e nero nelle oltre sessanta fotografie esposte fa sì che la mostra si animi di un’atmosfera senza tempo, in cui ad emergere potenti sono le anime dei siti ritratti, ricche del loro passato ma allo stesso tempo simbolo di forza e speranza per il futuro.
“Non faccio fotografia di architettura. Non faccio fotografia di archeologia. Fotografo il paesaggio che emerge dove potrebbe scomparire sotto la minaccia del tempo, che nonostante ciò è ancora lì; il paesaggio all’origine delle nostre culture europee.”
Questo è l’inedito Josef Koudelka in mostra al Forte di Bard, capace come sempre di rapire con i suoi scatti.
Josef Koudelka, Vestiges 1991 – 2014
Forte di Bard, Bard (AO)
Fino al 3 maggio 2015
di Giulia Farioli