Fin dall’antichità l’uomo ha avvertito il bisogno di comunicare con la propria specie. Anche ai giorni nostri, questa esigenza di trasmettere i propri stati d’animo, desideri, confidenze a un amico o una persona cara, è sempre attuale.
Le emozioni giocano un ruolo importante: sogni di un tempo passato, come ricordi e liberi pensieri riemergono alla mente, destano il nostro cuore e lo conducono a sentimenti nuovi. Talvolta è talmente bello perdersi in queste sensazioni che per un momento ci si allontana dalla realtà stressata e competitiva in cui si vive, caratterizzata da un vuoto di valori e da una continua corsa verso una meta che sfugge.
Per i sentimenti che non riusciamo a custodire dentro di noi, sentiamo il bisogno di comunicarli ad altri o lasciarli semplicemente impressi su un foglio bianco.
Una lettera, custode di emozioni e sentimenti, racchiude in sé la forza – se così può essere definita – di suscitare in chi la riceve curiosità, attesa e un’ inappagabile voglia di sapere che cosa mai abbia da raccontare un semplice foglio di carta bianca, solcato da neri segni d’inchiostro che si susseguono tra le righe.
Pensate poi l’emozione indescrivibile nell’ aprire la busta che la contiene e con quanta attenzione ci si lascia trasportare nella sua lettura.
Peccato che questo mezzo di espressione tradizionale stia svanendo perché sostituito da più moderni mezzi di comunicazione che hanno un nuovo impatto sulle relazioni tra gli uomini. Se un tempo si scriveva una lettera, una cartolina, oggi è abitudine di molti esprimere idee, emozioni e sentimenti attraverso gli SMS o l’e-mail.
Tali mezzi hanno certamente innumerevoli vantaggi, ma è anche evidente che implicano l’uso di sintetiche abbreviazioni e acronimi che portano purtroppo alla degenerazione della lingua scritta – sempre più approssimativa – e ad un impoverimento del lessico, scarno ed elementare, che colpisce soprattutto i giovani. Ma è ormai difficile comprendere che non può bastare un SMS o un e-mail per comunicare: tutte queste innovazioni hanno finito col rendere l’uomo moderno schiavo della propria tecnologia.
Peccato perché non ci si renda conto di perdere una grande opportunità: il piacere dello scrivere e dell’ esprimersi. Sarebbe bello, anche solo per un momento, abbandonare un po’ la tecnologia e tornare alla realtà.
26/03/2019
di Melissa Testa