Se pensate che a pretendere un certo distinguo tra lap e pole dance ci sia esclusivamente quella porzione indefinita di poledancer dai nobili valori morali, cioè che pratica pole dance per sport e mai e poi mai vorrebbe essere associata ad una “volgarissima spogliarellista da lap dance” beh, vi sbagliate!
Quando in un locale di lap dance dove, guarda un po’ ci sono proprio dei pali verticali ad arredare l’ambiente, arriva una poledancer “capace”, ecco… le altre ballerine non la vedono di buon occhio.
Perché?
Perché un’acrobata sul palo non è un’artista comune.
In un lap dance club è qualcosa di eccezionale rispetto la routine, e il cliente tipo, quello che le altre intrattenitrici dovrebbero appunto intrattenere, normalmente ne viene interessato, attratto, la sua attenzione si dirige verso la “new entry” sbaragliando i piani della sfortunata, semplice, intrattenitrice che dovrà sforzarsi di escogitare il modo per riprendere in mano la situazione!
Oggi vi voglio raccontare una storia, quella di Gloria, una ballerina di lap dance che venne da me qualche anno fa per migliorare la propria performance.
Era semplicemente una ballerina di lap dance alle prime armi e voleva incrementare i propri guadagni proponendosi come “sexy star” cioè presentando un proprio show, un’esibizione più ricercata, coreografata che normalmente veniva retribuita a parte rispetto il cachet fisso serale.
Iniziammo le lezioni impostando i primi passi base, qualche giro attorno al palo, movimenti piuttosto facili che lei, Gloria, già alle prime occasioni durante le successive serate, si divertiva a ripassare, proprio durante le sue esibizioni.
Mi riferì che dopo qualche serata alcune colleghe la scrutavano da lontano e, a detta sua, le sparlavano anche dietro!
Era sveglia la ragazza ed era anche migliorata velocemente… strano!
Cos’avevano da sparlare? Erano forse invidiose?
Bene, una di queste ragazze si decise a prendere da parte responsabilmente Gloria e metterla al corrente: “Gloria, sì, sei diventata brava a ballare… ma devi capire una cosa: noi siamo qui per lavorare!”
Non vi nascondo il mio shock!
Con questo racconto volevo introdurre la presentazione del professionista pole dancer e spiegare in cosa si differenzia dal lap dancer da intrattenimento:
La pole dance, una nuova professione!
Diventando professionisti, cioè specializzandosi nel proprio ramo, che sia la performance o l’istruzione si va delineando la figura professionale del pole dancer non ancora ben definita e chiara agli occhi di molti addetti ai lavori, figuriamoci per i profani!
Se si pensa ad una ballerina su un palo inevitabilmente l’immagine evocata è quella di una ballerina in un locale notturno.
Ancora una volta spiego ai nuovi arrivati che oltre ad esibirsi nei locali notturni la pole dance trova applicazione anche alla luce del sole!
A parte le lodevoli iniziative di scuole di pole dance che hanno letteralmente portato la disciplina “fuori” dai locali notturni organizzando “pole champs”, lezioni ed esibizioni in contesti urbani quali parchi, fiere, o spiagge, cominciamo a distinguere due grandi filoni in cui si sviluppa la pole dance: l’artistico ed il didattico.
Nell’artistico raggruppiamo tutti quegli artisti di alto, medio, basso e dubbio livello, indifferentemente dal loro chache, dai luoghi o dalla loro etica. Ballerini pagati per esibirsi.
Nel didattico invece, tutti coloro che insegnano la pole dance, la pole gym, o come vogliamo chiamarla, qualunque attività che implichi, necessariamente l’impiego di una pertica verticale.
Il professionista pole dancer oggi può guadagnarsi da vivere, se dotato delle giuste competenze, esibendosi o insegnando.
C’è chi riesce a conciliare uno o entrambi i lavori con un terzo, che solitamente è il primo lavoro, fino a che non sia in grado di vivere di sola pole dance.
Vi aspetto la prossima settimana per approfondire la conoscenza di una di queste nuove figure professionali!
Vi abbraccio!
Dana Hesse
Benvenuti nel mio mondo, alla prossima settimana…
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