8 film d’artista al tempo della pandemia
Mascarilla 19 (Mascherina 19) è il nome della campagna lanciata dal premier spagnolo Pedro Sanchez, che non solo accoglie l’appello del Segretario Generale dell’ONU Antonio Gutierrez, ma dà conto dello spaventoso aumento di abusi durante la pandemia, quando molte donne, a causa del lockdown, si sono ritrovate prigioniere delle mura domestiche e impossibilitate a richiedere aiuto. In un mondo fisicamente isolato e digitalmente iper-connesso, infatti, le vittime di violenze domestiche si sono trovate in una situazione di “isolamento nell’isolamento” perché private della possibilità di comunicare con l’esterno. È nato così un S.O.S. segreto, una parola in codice che le vittime di violenza potevano usare con il personale di tutte le farmacie in Spagna, permettendo così l’avvio di un protocollo d’emergenza.
La Fondazione In Between Art Film con il riferimento diretto a questa campagna ha voluto da un lato richiamare l’attenzione su un’emergenza globale, dall’altro dare uno stimolo agli artistifornendo loro anche un sostegno concreto alla produzione di nuovi progetti quando tutte le produzioni artistiche risultavano sospese.
Gli 8 film d’artista che compongono Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence offrono prospettive diverse su un tema comune colto nella sua ampiezza e urgenza: ogni opera esprime una sensibilità individuale, esplorando linguaggi e dimensioni differenti, dalla denuncia di natura documentaristica all’interpretazione simbolica e psicologica delle dinamiche relazionali.
Nelle opere di Janis Rafa e del duo artistico MASBEDO l’ambiente domestico come teatro della violenza è indagato attraverso un linguaggio fortemente metaforico e con la tensione narrativa tipica del racconto cinematografico, mentre Basir Mahmood interpreta i meccanismi di produzione della rappresentazione cinematografica come terreno di conflitto sociale, economico e di genere. Se Eva Giolo mette in scena la solidarietà femminile attraverso una frammentazione ritmica e diaristica della narrazione, Adrian Paci evoca il sentimento dell’isolamento fisico e psicologico mettendo al centro della propria opera la voce al posto dell’immagine, mentre Elena Mazzi va alla ricerca delle radici della violenza di genere scavando nel racconto mitologico e nell’archeologia. L’abuso domestico non come fatto privato ma come dimensione pubblica è esplorato da Iván Argote, che, connettendo idealmente Parigi e Bogotà, indaga tanto l’attivismo politico quanto la normalizzazione della violenza. Infine, Silvia Giambrone trasforma la casa e la quotidianità dei gesti in un teatro di violenza a tal punto interiorizzata dalla coppia, da permearne i corpi e il linguaggio.
Mascarilla 19 – Codes of Domestic Violence si offre come una piattaforma condivisa di dialogo, con il desiderio di raggiungere un pubblico più ampio possibile. Per questo motivo, il programma di video sarà in tour in alcune delle più prestigiose istituzioni italiane e straniere.
Dopo le date di Roma, i video saranno ospitati da Lo schermo dell’arte – Festival internazionale di cinema e arte contemporanea (Firenze, 10-14 novembre), da Triennale Milano Teatro (Milano, 23 novembre) e dal Teatrino di Palazzo Grassi (Venezia, 1 dicembre).
Nel 2021 il tour di Mascarilla 19 toccherà anche una rete di istituzioni culturali all’estero.
di Sofia D’Altrui
12/10/2020