Benché l’astrologia – alla ricerca di risposte, segni e predizioni nei movimenti dei corpi celesti – non sia essa stessa una scienza, è lunga la tradizione degli uomini che guardano le stelle alla ricerca di risposte e segni o, più semplicemente, di una guida. Per gli agricoltori la volta celeste era l’equivalente di un calendario.
Verso la metà di luglio, il sorgere di Sirio, la stella del cane, era visto dagli egizi come indicatore dell’imminente inondazione annuale del Nilo. I viaggiatori usavano i cieli come una bussola, seguendo le stelle per orientarsi a terra e per mare. Ma le stelle sono anche una delle tante cose nel mondo naturale cui gli esseri umani si sono rivolti per ottenere risposte nel corso degli anni: molte erano le persone che usavano i cieli come fonte di direzione mistica.
“Non sappiamo veramente chi abbia avuto l’idea di osservare gli elementi naturali e le loro influenze divinatorie sull’uomo”, ha affermato l’astronomo Sten Odenwald, direttore di Citizen Science presso il NASA Space Science Education Consortium. “Alcune forme di arte rupestre mostrano l’idea secondo cui animali e cose potrebbero essere impregnati di una qualche forma di spirito. Se quella forma spirituale veniva appagata, allora la caccia sarebbe stata di successo.”
Ma su chi per primo abbia alzato gli occhi al cielo per dare un senso a quello che stava accadendo a terra, per capire perché i propri simili agissero esattamente in quel modo, le opinioni sono contrastanti. Chi abbia inventato questo modo di pensare e quando non è chiaro, ma storici e astronomi hanno delle ipotesi sul perché sia diventato così popolare oggi.
Alcune forme di astrologia si manifestano in vari sistemi di credenze nelle culture antiche.
Nell’antica Cina, i nobili guardavano alle eclissi o alle macchie solari come a presagi di momenti buoni o cattivi per l’imperatore. I Sumeri e i Babilonesi, intorno alla metà del secondo millennio a.C., sembra utilizzassero molte pratiche divinatorie, come l’osservazione delle macchie sul fegato e delle viscere degli animali, per esempio, oltre all’idea secondo cui guardare pianeti e stelle fosse un modo per tenere traccia di dove si trovassero gli dei nel cielo – idea che può essere fatta risalire alla celebre tavoletta di Venere di Ammisaduqa. Questa tavoletta, datata al primo millennio a.C., segue il movimento di Venere, ed è uno dei primi frammenti di quelli che sono stati chiamati presagi planetari babilonesi. Gli antichi egizi hanno contribuito all’idea che gli insiemi strutturati di stelle costituivano costellazioni, attraverso le quali il sole sembra “muoversi” in determinati momenti dell’anno.
Si pensa che tutte queste idee siano entrate in contatto e abbiano finito per influenzare e essere influenzate dalla mentalità profondamente matematica e logica di matrice greca quando Alessandro Magno conquistò l’Egitto intorno al 330 a.C.
Così la NASA ha descritto come esattamente quella logica abbia portato alla creazione dei noti segni zodiacali conosciuti oggi:
“Immaginate una linea retta tracciata dalla Terra attraverso il Sole e fuori, nello spazio, oltre il nostro sistema solare, dove sono le stelle. Quindi immaginate la Terra, che segue la sua orbita attorno al Sole. Questa linea immaginaria ruoterebbe, indicando diverse stelle durante un intero giro intorno al Sole – ovvero un anno. Tutte le stelle che si trovano vicino al disco piatto immaginario, spazzato via da questa linea immaginaria, si dice che siano nello zodiaco. Le costellazioni nello zodiaco sono semplicemente le costellazioni a cui punta questa linea retta immaginaria nel suo viaggio lungo un anno.”
di Marta Clinco
28/06/1988