Presentata oggi alla stampa, insieme alla mostra Raymond Depardon, La vita moderna, l’attesissima mostra dedicata a Saul Steinberg (1914-1999), un progetto Triennale Milano e Electa, a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari. Il pubblico potrà visitarla da domani venerdì 15 ottobre 2021 fino al 13 marzo 2022. Un omaggio che Milano doveva al grande artista, che ha dedicato molte delle sue opere di tagliente intelligenza alla città in cui ha soggiornato negli anni di formazione.
L’allestimento al primo piano di Triennale nella Curva, punto privilegiato del Palazzo delle Arti, è disegnato da Italo Lupi, Ico Migliore, Mara Servetto in dialogo sensibile con l’architettura. Un’esposizione ricca di disegni a matita, a penna, a pastello; opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, oggetti/sculture, stoffe, collages, a documentare la intensa e multiforme attività artistica di Steinberg. Ad accompagnare le opere, un’ampia selezione di apparati documentali e fotografici, utili per una più attenta comprensione della vita dell’artista, nonché una scelta accurata di riviste e libri originali, che – a partire dalle famose copertine del “The New Yorker” – hanno accolto alcuni dei contributi più significativi di Steinberg.
350 prestiti circa, provenienti da importanti istituzioni, quali la Saul Steinberg Foundation, il Jewish Museum e la Hedda Sterne Foundationdi New York, il Museum of Fine Arts di Boston, nonché da collezionisti e amici di Steinberg, in Italia e all’estero.In questa occasione, verrà inoltre mostrata in anteprima parte dell’importante donazione di opere dell’artista che la Biblioteca Nazionale Braidense ha recentemente ricevuto dalla Saul Steinberg Foundation. La mostra si inserisce nel percorso che Triennale sta portando avanti su alcuni protagonisti della cultura del Novecento che da Milano hanno sintetizzato un’estetica e una visione del progetto che ha poi avuto influenze in tutto il mondo.
Una serie di esposizioni monografiche che restituiscono la grandezza di figure complesse, facendo emergere nuove chiavi interpretative e superando facili etichette e inquadramenti. Saul Steinberg Milano New York in Triennale prende spunto proprio dagli anni di formazione dell’artista a Milano (1933-1941) per fornire una prima testimonianza del suo rapporto con l’Italia in generale oltre che con Milano in particolare. Senza però tralasciare anche altre città – reali, come Venezia o Carpi, oppure immaginarie, frutto di straordinari pastiches di paesaggi urbani composti da cupole romane e fantasie architettoniche, non riconducibili ad una città specifica ma dal sapore tutto italiano. Nucleo centrale della mostra saranno i 4 leporelli creati dall’artista per Milano, per il Labirinto dei ragazzi, realizzato dallo studio di Architettura BBPR nel Parco Sempione nel 1954 in occasione della 10ª Triennale. Queste strisce di disegni, parte della donazione alla Biblioteca Braidense, contengono molti dei temi e dei segni artistici che Steinberg svilupperà lungo tutto l’arco della sua carriera.
Negli anni Settanta, Steinberg dedica a Milano altri disegni di straordinaria intelligenza, raffigurando la città come il suo ricordo gli suggerisce. Ecco quindi le architetture solennemente novecentesche del Regime, ancora immerse in scenari di grottesca quotidianità fascista, i luoghi della sua vita milanese nei dintorni del Politecnico, e altre cartoline dalla sua vita passata: “L’aria di Milano era ottima, allora, e la luce bellissima, e vedevo una cosa che non avevo mai visto, lo svegliarsi tranquillo e silenzioso di una città: gente a piedi, gente in bicicletta, tram, operai.”
Ad accompagnare la mostra un libro organizzato come una ‘enciclopedia’ contemporanea in circa 100 lemmi firmati da studiosi, storici dell’arte, critici, giornalisti…
Un volume a cura di Marco Belpoliti che analizzerà l’opera di Saul Steinberg nei suoi molteplici aspetti, dall’architettura al disegno, dal rapporto con Milano a quello con New York, alle mappe, all’epistolario con Aldo Buzzi, agli artisti che gli furono amici e compagni come Costantino Nivola e Alexander Calder, ma anche Alberto Giacometti e Le Corbusier.
di Sofia D’Altrui
14/10/2021