Ah, i Social Network. Amati e idolatrati, odiati e criticati, fonte infinita di discussioni e polemiche.
L’ennesimo spunto di riflessione arriva da un post di Roberto Saviano e dalla relativa “campagna social” #StopChemicalAttacks. La campagna è diventata virale: il post è stato ri-twittato da parecchi vip che, sfruttando la loro influenza, hanno fatto da cassa di risonanza. Niente di nuovo insomma.
Sabato 7 aprile: in piena guerra civile, la città siriana di Douma ha subito un bombardamento chimico che ha portato a circa 70 morti; accusato il presidente siriano Assad (fake news?), che per l’ennesima volta viene ritenuto responsabile dell’uso di armi chimiche (fake news?). Caso internazionale.
Domenica 8 aprile: Roberto Saviano con un post su Facebook denuncia appunto l’utilizzo di armi chimiche in Siria, con tanto di gesto simbolico diventato virale: coprirsi naso e bocca con una mano, simulando gli effetti dei gas chimici. Lo scopo è chiaro: “Inutile? Diffondere consapevolezza non lo è mai”.
Utile o inutile? Strumentalizzazione/banalizzazione di una tragedia o profondo interesse nel sensibilizzare? Ennesimo caso di discussione. E di confronto.
di Salvatore Buonocore