Psicologi, psicoanalisti, counselor e life coach sono solo alcune delle molteplici figure di sostegno psicologico nell’era dei social.
In un epoca priva di certezze, gli Italiani si avvalgono sempre di più di un aiuto terapeutico: dal 1994 ad oggi l’incremento degli psicologi è del 198%, con un +10% annuo di iscritti all’albo dell’Ordine nazionale. Il poco tempo a disposizione, correlato alle esigenze più specifiche della popolazione, ha portato negli ultimi anni un incremento di figure che si occupano di supporto emotivo, sempre più specializzate: è così che nasce il terapeuta 2.0, che unisce competenze mediche certificate a percorsi di crescita motivazionali, avvalendosi sempre più spesso delle nuove tecnologie.
Facciamo chiarezza sull’evoluzione attuale della figura dello psicologo e sulle aspettative dei pazienti con il Dottor Francesco Attorre (medico, psicoterapeuta, sessuologo clinico, mental e Life coach, formatore).
Può delinearci la figura del terapeuta 2.0?
E’ un medico psicoterapeuta ad approccio integrato, che nasce come psicoanalista e psicologo clinico e che integra la sue competenze con l’esperienza di un meta-coach riconosciuto. E’ una figura innovativa, sul modello americano: gestisce la dimensione clinica a trecentosessanta gradi, compreso l’assetto farmacologico. Io lo definisco Meta-Dottore.
Qual é la differenza con uno psicologo tradizionale?
Nella terapia tradizionale vi è un distacco tra medico e paziente che nella terapia 2.0 non c’è; oltre ad essere un clinico, il meta-dottore può anche essere un prezioso amico che interviene su molteplici sfere: quella medica, agendo sulla condizione psichica e fisica della persona; quella psicoterapeutica operando sulle condizioni che creano limitazione allo sviluppo del potenziale personale e quella motivazionale, indirizzando le risorse a disposizione del paziente al fine di costruire una persona pienamente realizzata. In tal modo si consegue il raggiungimento di un benessere duraturo poiché legato all’equilibrio di molteplici aspetti della persona.
Come si svolgono le sessioni? Si inizia con delle sedute di consultazione via skype o telefono, per poi passare alla stesura di un progetto personalizzato, all’interno della quotidianità della persona. Il successo della terapia sta non solo nella cura e nel superamento di un malessere o malattia, bensì nella piena valorizzazione della persona al fine di renderla efficiente in qualsiasi ambito.
Quindi è possibile gestire il rapporto a distanza, senza la necessità di incontrarsi in studio? Assolutamente sì. Personalmente utilizzo per lo più il cellulare con gli auricolari, che consente di muoversi durante una seduta e caricare di pathos le parole, fornendo un feedback importante al cliente. Un altro strumento utile sono i messaggi di whatsapp, scritti o vocali: possono essere riletti o riascoltati consentendo di ripensare a cose che potevano essere sfuggite.
Che ruolo ha la webcam? E’ uno strumento prezioso: permette di ricreare un rapporto vicino al vis-à-vis, dal momento che consente l’incontro degli sguardi e fa passare la mimica in tutta la sua complessità. Con skype si possono anche rivedere i momenti più importanti della seduta; per il paziente è un vantaggio assoluto, poiché ha la sua guida a portata di click.
Quali risultati ci si può attendere da questa terapia? Guarire significa allo stesso tempo “motivarsi” ad andare oltre quella condizione di malessere o di malattia. Per reagire la persona ha bisogno di caricarsi di fiducia nell’immagine di sé ed allo stesso tempo di “desiderare”, in una parola, di “aver fame” di futuro.
Francesco Attorre, Dottore, psicoterapeuta, sessuologo clinico, mental e life coach, veterano della terapia web.
di Sofia D’Altrui
20/08/2017