Erano i primi anni ’80 quando Umberto Eco coniava il termine “neotelevisione”, di cui, uno dei capisaldi, era la componente attiva di pubblico, la presenza di un rapporto di interazione tra spettatore e mezzo televisivo.
Oggi, questo termine raggiunge la sua definizione massima e la parola interattività non è più intesa solo in senso lato, ma letterale.
E’ il 28 Dicembre 2018 quando il colosso dello streaming lancia Black Mirror: Bandersnatch, episodio lungo e isolato della celebre serie TV targata proprio Netflix.
Di cosa stiamo esattamente parlando?
Bandersnatch, come già enunciato, è un episodio isolato della serie Black Mirror.
Il motivo per cui se ne sta molto parlando è che si tratta di una narrazione che procede a bivi: a ogni bivio è lo spettatore a decidere le scelte del protagonista, influenzando direttamente il modo in cui la storia va avanti.
Le scelte prese dallo spettatore influenzano, oltre lo svolgimento della storia, anche la durata della narrazione stessa.
Come nei vecchi libro-game, può succedere infatti di arrivare molto in fretta a uno dei finali, nei casi estremi l’episodio può durare anche 10 minuti, oppure di azzeccare una serie di scelte che prolungano la storia oltre i 60 minuti.
Sarebbe, in questo senso, più opportuno definirla esperienza piuttosto che film.
Film o Videogame?
Seguendo il modello del libro-game, la costruzione a bivi che il programmatore mette in atto pone l’attenzione sulla natura e la funzione dello spettatore, che può essere definito come uno spettatore-giocatore.
Ci si trova in un territorio di natura ibrida e di ardua definizione.
Con sicurezza possiamo però affermare che si tratti di un passo molto deciso del linguaggio filmico verso una dimensione videoludica.
In che direzione sta virando Netflix?
La finalità di questa trovata risulta tutto fuorché scontata.
Tutto dipenderà del responso del pubblico, dalla visibilità e dalle visualizzazioni che riscontrerà questo progetto.
Ma una previsione è forse auspicabile: Bandersnatch si muove in direzione di un’esperienza di fruizione privata e solitaria, in completa opposizione con quella che è l’esperienza della sala.
Che lo sdoganare la tradizionale fruizione filmica fosse una prerogativa di Netflix non era di certo una novità, adesso però ci si chiede: sarà questa la volta buona? Qual è il destino della Sala e dell’esperienza cinematografica tradizionalmente riconosciuta?
Forse ci troviamo anche noi, come i personaggi di Bandersnatch ad un bivio. Con la “piccola” differenza che la nostra decisione potrebbe influenzare per sempre il corso della storia del cinema, aprendo le porte ad un nuovo modo di vedere, vivere e conoscere il film.
di Pasquale Tripepi