Il libro che racconta la stilista, con la “voce” di Gabrielle
Elisabetta Lubrani, giornalista esperta di storia del costume e della moda, debutta in libreria con un attento e appassionato studio della donna che ha inventato uno stile (e un marchio) tra i più famosi del mondo. Così è nata la prima biografia di Coco Chanel narrata in prima persona
Tutti sanno chi è Coco Chanel, ma in pochi conoscono la sua vera e travagliata storia. Una vita, la sua, segnata da grandi successi, ma anche da enormi delusioni che l’hanno resa a differenza di quello che solitamente si pensa, una donna fragile e alla costante ricerca di amore. Controversa, geniale, Gabrielle Bonheur Chanel è stata la stilista che più di ogni altra ha rivoluzionato i canoni dell’abbigliamento femminile nel Novecento. Una donna dalla forte personalità capace di vivere tante vite in un’unica vita, complessa da raccontare. È anche per questo che Elisabetta Lubrani, giornalista livornese esperta di storia della moda e del costume, ha deciso che nel suo primo libro appena uscito in libreria, dovesse essere la stessa Gabrielle a parlare di sé e della sua vita semplicemente unica. “Visionaria. Io, Coco Chanel” è una narrazione in prima persona. Episodi, dialoghi e aneddoti, ricostruiti attraverso una meticolosa opera di documentazione, rivelano le contraddizioni di questa donna straordinaria.
Nel libro, edito da CDM Edizioni, Gabrielle Chanel ripercorre la sua vita fatta di amicizie profonde, amori appassionati e grandi delusioni, tutto attraversato da quello spirito di rivalsa che non l’ha mai abbandonata e che l’ha portata al successo. È proprio attraverso questo tortuoso percorso che sono nati elementi iconici del guardaroba di ogni donna: dal tailleur al jersey, dal tubino nero alla collana di perle fino al famoso profumo Chanel N°5.
“Visionaria. Io, Coco Chanel” è un viaggio in 285 pagine nella personalità della stilista e della sua Maison, che anche dopo la sua morte ha saputo mantenere inalterati il gusto e la visione che identificano il marchio. Una biografia che si trasforma quasi in romanzo, ideale da mettere in valigia e da leggere in vacanza per lasciarsi travolgere dal racconto intimo e profondo di una donna che non ha permesso a nessuno di limitare la sua libertà. La postfazione è a cura della scrittrice e saggista Sandra Landi che così riassume lo spirito del libro: Ma da donna, vedo anche in questa narrazione un ennesimo tentativo di trovare una risposta alle consuete domande che continuiamo a porci: come siamo diventate quelle che siamo? E come siamo? C’è ancora difficoltà a espandersi secondo le proprie potenzialità? Come essere presenti nel proprio tempo senza subire il pensiero dominante e senza separatismi? Un esempio, quindi, per riflettere ancora sull’essenza dell’essere donna.
di redazione digital
11/07/2022