Zeta Service è davvero una azienda speciale. Lo è perché all’80% composta da donne, ma lo è anche perché crede davvero nel “ruolo sociale” dell’impresa, quella famosa CSR di cui si parla tanto ma che poi nei fatti è spesso disattesa. Credere davvero alla “responsabilità sociale” non è infatti nel promuovere ogni tanto qualche iniziativa, ma costruire il proprio business giorno dopo giorno consapevoli di come la propria azienda non abbia solo l’obiettivo di fare utili, ma anche quello di avere un ruolo effettivamente sociale, di essere una rete di persone, di individui, con i loro bisogni e le loro speranze. In Zeta Service questa consapevolezza si sente, si tocca, si percepisce in ogni attività. Tanto che è l’unica azienda che ha voluto costituire al proprio interno una divisione dedicata a “Felicità e valori”. Molte delle iniziative di Zeta Service sono anche dedicate a prevenire la violenza sulle donne, ad esempio con il Progetto Libellula, che in occasione della Giornata contro la Violenza sulla donne ha anche promosso un seminario a Milano il 22 novembre. Ne parliamo meglio con Silvia Bolzoni, che di Zeta Service è amministratrice e fondatrice.
1. Perché un workshop tutto dedicato al “Cuor di Leonesse”? E perché aprirlo alle ragazze dai 12 anni in su?
S.B. Il workshop è uno di quelli proposti all’interno del percorso del Progetto Libellula – il primo network di aziende unite contro la violenza sulle donne creato e promosso da Zeta Service – e nasce già come un incontro dedicato alle figlie dei dipendenti. In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne (25 Novembre) abbiamo voluto utilizzarlo per creare uno spazio di confronto fra donne e ragazze di differenti generazioni. Il tema, come si può facilmente dedurre, è quello del coraggio delle donne a partire dalla riflessione sulle storie di alcune figure femminili del passato e del presente, eccezionali ma anche quotidiane, cercando in loro e in ognuna di noi la fonte di audacia e curiosità necessaria per crescere e diventare noi stesse, al di là di ogni stereotipo.
2. Ci può spiegare che cos’è il Progetto Libellula e perché Zeta Service se ne è fatta promotrice?
S.B. Come accennavo, il Progetto Libellula è il primo network di aziende unite contro la violenza sulle donne. È nato nel 2017 dall’idea di due collaboratrici interne all’azienda alle quali ho subito dato la mia disponibilità a fare in modo che quell’idea diventasse realtà. L’obiettivo del Progetto è quello di riunire le aziende che hanno scelto di impegnarsi contro la violenza sulle donne attraverso attività di sensibilizzazione e innovazione dedicate ai loro dipendenti. Ad oggi sono coinvolti in queste attività oltre 30.000 collaboratori e sono sempre più numerose le aziende coraggiose che si avvicinano al Progetto. I luoghi di lavoro sono realtà vive e in continua trasformazione, popolate da uomini e donne che portano al loro interno non solo le loro competenze, ma anche il loro vissuto, il loro modo di essere. Il Progetto Libellula è nato ed è rivolto proprio alle nostre aziende, perché è lì che noi tutti trascorriamo la maggior parte del nostro tempo e siamo convinti che sia proprio l’azienda che possa e debba contribuire a diffondere al suo interno messaggi carichi di senso, di valori e di scopo. Anche noi come Zeta Service abbiamo subito aderito e stiamo portando avanti il percorso al nostro interno.
3. Zeta Service è una delle aziende più “rosa” d’Italia, con l’80% di donne su oltre 230 collaboratori. Ma è anche una delle più attive al fianco delle proprie collaboratrici, con decine di iniziative, orari flessibili, persino un “maggiordomo aziendale”. E’ una coincidenza?
S.B. Penso sia una conseguenza. Io stessa come donna e come mamma in passato ho sperimentato personalmente quanto sia difficile coniugare la vita privata e la vita professionale e quanto sia difficile farlo senza sentire di mancare nell’una o nell’altra sfera.
Per questo quando ho creato Zeta Service ho voluto fortemente creare allo stesso tempo un ambiente che favorisse il benessere e la serenità dei collaboratori, per questo oltre ad avere strutturato un sistema di servizi e benefit che hanno lo scopo di agevolare la vita quotidiana come il maggiordomo aziendale che lei cita e che si occupa delle commissioni dei nostri collaboratori, inoltre abbiamo introdotto lo smart working, da sempre esiste la possibilità di lavorare da casa in caso di difficoltà con figli o genitori, nessuno timbra il cartellino, l’orario è flessibile…al di là della sfera organizzativa pensiamo anche alla crescita personale e organizziamo corsi di autostima, workshop sul rispetto delle diversità, sulla felicità, seminari sul senso della bellezza nella vita, sull’accettazione di sé sull’equilibrio fra ragione ed emozione. Credo che tutto questo, insieme ad un sincero interesse per il vissuto dei nostri collaboratori, abbia contribuito a creare un luogo di lavoro accogliente e a misura non solo di donna… ma direi di essere umano!
4. Avete dedicato un’intera divisione aziendale alla “Felicità e Valori”. Davvero si può costruire felicità e valori in un’azienda? Di cosa si occupa concretamente questa Divisione aziendale?
S.B. Come dicevo la felicità dei nostri collaboratori è per noi una priorità. Per questo così come per esempio ci sono il settore payroll, il settore presenze, il settore marketing, abbiamo anche il settore “Felicità e Valori”, che ha al suo interno ha inoltre un “laboratorio” formato da 10 collaboratori (che ruotano ogni sei mesi) che rappresentano gli “ambassador” dei progetti, in modo da fare il giusto mix tra le idee aziendali e le idee e i bisogni segnalati direttamente dai collaboratori stessi, attraverso continui sondaggi che monitorano il livello di benessere e il livello di soddisfazione per benefit e servizi. Zeta Service è una comunità di persone che lavorano insieme e insieme crescono ogni giorno, creando una rete relazionale e valoriale davvero unica in Italia. Un patrimonio straordinario che ovviamente migliora anche il nostro impegno professionale, rendendo tutti più consapevoli e coinvolti. Quello che si percepisce, e che mi rende orgogliosa e felice, è che qui il lavoro non è solo un “dovere”, ma parte integrante della vita, parte di un costante percorso di miglioramento che io sento di dover favorire.
I Clienti percepiscono questo clima positivo e i risultati testimoniano le enormi potenzialità di questo diverso approccio al lavoro e al business che mette al centro le persone, i loro valori, la loro felicità. Nel 2018 ci siamo classificati al secondo posto nella classifica stilata dal Great Place To Work Institute che raggruppa le migliore aziende in cui lavorare in Italia.
5. Qual è il progetto di cui andate più fiere?
S.B. Non saprei indicarne uno in particolare, seguiamo tutti i nostri progetti, con lo stesso entusiasmo e la stessa passione. Sicuramente siamo fiere di tutti i nostri Progetti di Responsabilità Sociale, infatti all’interno dell’attività lavorativa del tempo viene dedicato anche ai progetti di responsabilità sociale di impresa, quelle che prima erano piccole azioni di sostegno, sono diventate nel tempo dei veri e propri progetti di volontariato d’azienda attraverso i quali, grazie alla disponibilità dei nostri collaboratori, siamo intervenuti in contesti come le scuole, case d’aiuto per le mamme in difficoltà, case per l’infanzia. Il legame più duraturo è nato con la Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci, situata vicino i nostri uffici di Milano, la nostra collaborazione è iniziata con le lezioni di italiano, con la creazione di una sala tv… per dare vita poi a qualcosa a cui inizialmente non avevamo pensato: una raccolta delle storie di chi è o è stato ospite della Casa Jannacci, ne è nato un libro che abbiamo autoprodotto: “Inciampi di Vita”, che oggi grazie al Teatro Officina di Milano è anche uno spettacolo teatrale. E’ appena stata pubblicata, stavolta attraverso una casa editrice, una nuova edizione che si chiama “Una storia sbagliata”, il libro è stato curato e scritto da un nostro collaboratore. Da più di un anno promuoviamo e vendiamo i libri destinando il ricavato a progetti di formazione lavorativa per gli ospiti della casa, contribuendo anche a far conoscere quanta positività c’è nelle loro storie e nel lavoro della Casa.
6. Silvia Bolzoni è fondatrice e amministratrice di Zeta Service, donna, madre. E’ quindi possibile un modello di leadership femminile che non finisca per replicare quelli tradizionali degli uomini? Ed in cosa questo modello può differenziarsi?
S.B. Zeta Service è un’azienda che ha fatto della valorizzazione delle caratteristiche tipicamente femminili il suo punto di forza.
La sfera dell’empatia, dell’ascolto e della cura – tipiche dell’universo femminile –
penso che siano, soprattutto in un servizio come il nostro, elementi imprescindibili.
La leadership al femminile, inoltre, accentua caratteristiche come la predisposizione alla collaborazione, alla relazione, alla creatività, elementi che possono sicuramente portare un grande giovamento alle imprese e di conseguenza all’economia in generale. Zeta Service è composta all’80% da donne – gli uomini rivendicano simpaticamente le quote azzurre – e io sono convinta che questa forte presenza abbia contribuito nel tempo a connotare il carattere della nostra azienda. In Zeta Service infatti non misuriamo il tempo ma i risultati, le idee e l’impegno, i nostri collaboratori non sono per noi solo dei professionisti al lavoro ma ascoltiamo e comprendiamo anche il loro vissuto personale e soprattutto abbiamo paura di inserire il termine “cuore” nel nostro lessico aziendale..
7. Quali saranno le prossime tappe, i prossimi progetti?
S.B. Vogliamo continuare a crescere per continuare a generare valore sia al nostro interno, per collaboratori e clienti, sia all’esterno attraverso i nostri progetti di responsabilità sociale. Crediamo che un nuovo modo di affrontare il lavoro sia possibile, ci crediamo e lo stiamo sperimentando da 15 anni.
Proprio in occasione del traguardo dei nostri primi 15 anni, compiuti quest’anno, ho voluto fermare sulla carta il nostro percorso scrivendo il libro DAMMI TRE PAROLE che racconta attraverso aneddoti, pensieri ed emozioni come siamo diventati la Zeta Service di oggi …quella che io chiamo la piccola storia romantica di un’azienda felice.
di Sofia D’Altrui
21/11/2018